Per la Rivista della PORA
28 ottobre 2015
Non è facile fare memoria di Mons. Franco Ricciardi. La bellezza variegata della sua vita sacerdotale, infatti, difficilmente si presta a delle sintesi. Farle, equivarrebbe a impoverirla.
Una parola, però, forse, è capace di dare luce alla persona e al ministero del sacerdote don Franco: santità.
La santità è stata la meta ricercata con passione in ogni giorno della sua vita. La santità è stata la meta che, con altrettanta passione, egli ha indicato come meta a coloro che, di volta in volta, la Provvidenza ha affidato alle sue cure di pastore.
Io stesso ho avuto modo di fare esperienza diretta di questa sua peculiarità spirituale. Con poche parole, sempre mirate, straordinariamente misericordiose e altrettanto esigenti secondo la radicalità evangelica, la strada indicata e tracciata era sempre quella: la santità.
D’altra parte, che cosa può stare più a cuore a un sacerdote, per sé e per gli altri, se non la ricerca e la conquista, per grazia, di questa meta?
La santità è il suo grande lascito, un vero testamento spirituale: consegnatoci con la parola suadente, serena e luminosa; consegnatoci con l’esemplarità della sua vita e del suo ministero.