Articolo per il Settimanale Diocesano di Genova “Il Cittadino)
In occasione dei 450 anni dalla nascita di san Francesco di Sales
La Visitazione ha la grazia e la gioia di vivere, in questo anno 2017, un importante e significativo anniversario: i 450 anni dalla nascita del suo Fondatore, san Francesco di Sales.
Ogni anniversario è sempre anche una felice occasione: sia per fare memoria di una storia segnata dalla Provvidenza di Dio; sia per guardare avanti orientando, con ancora più decisione, il proprio cammino nell’adesione pronta e decisa alla volontà del Signore.
In questo anno, pertanto, è bello ricordare il santo Vescovo di Ginevra, dono prezioso di Dio alla Chiesa e al mondo, in un tempo bisognoso di riascoltare l’annuncio liberante del Vangelo quale via di santità per tutti. Proprio di questa santità parla la Filotea, una delle celebri opere lasciateci dal Santo. Una santità declinata secondo le molteplici forme di vita a cui l’uomo e la donna sono chiamati per vocazione. A nessuno è preclusa la perfezione della carità; tutti – direbbe il nostro Santo – possono e devono praticare la “devozione”, adattandola al loro stato di vita.
Ma Francesco di Sales è anche l’uomo di fede che, in modo del tutto singolare e suadente, è stato capace di presentare l’amore di Dio in Gesù secondo quelle caratteristiche di calore e tenerezza che, al suo tempo, rischiavano di rimanere almeno un po’ in ombra. Scorrere le pagine del Trattato dell’amore di Dio, anche conosciuto come “Teotimo”, significa esattamente percorrere un itinerario affascinante nel mistero di Dio Amore, pienezza di ogni vita e rispondente in modo sovrabbondante alle attese del cuore umano.
L’opera di san Francesco è assai vasta, gli scritti sono molti, tantissime le lettere. La cura delle anime, per lui, si realizzò soprattutto parlano e scrivendo. Sempre emerge la finezza spirituale di san Francesco, la sua capacità di leggere l’animo umano in profondità, la rara sapienza nel saper guidare il cammino spirituale di coloro che a lui si affidavano, con serena dolcezza e fermezza decisa.
Rimane storico, per la profondità dell’amicizia nel Signore e per la novità del carisma che ne è scaturito, il legame spirituale con santa Giovanna Francesca di Chantal. Questi due giganti dello spirito hanno scritto pagine indimenticabili di fede, di speranza, di amore, il cui centro è stato sempre e solo Dio, cercato appassionatamente in totale abbandono alla Sua volontà.
Proprio anche nell’arte dell’abbandono Francesco di Sales è stato straordinario maestro. Ricordiamo una sua celebre massima: “Nulla chiedere, nulla rifiutare”. Il suo insegnamento, al riguardo, risplende fedelmente nella vita della sua prediletta figlia spirituale, santa Giovanna, che amava pregare dicendo: “O mio Dio, tutto quello che tu vuoi io lo voglio, tutto quello che tu fai io lo amo, tutto quello che tu permetti io lo adoro”.
Francesco di Sales è ricordato come il santo della mitezza. Ed è vero, fu pastore paziente e mite. Ma la sua mitezza fu una conquista eroica. A chi lo esortava a reagire, davanti a un’ingiustizia fattagli, rispose: “Volete che in quarto d’ora io perda quel poco di mitezza che mi sono acquistata in vent’anni a prezzo di tante fatiche?”.
Alla mitezza seppe abbinare una grande amabilità e una singolare tranquillità dell’animo, che aiutavano quanti lo avvicinavano a scoprire la bellezza di un cammino interiore libero da inutili malinconie e tristezze. Perché Dio è la gioia vera dell’uomo e non il suo tormento.
Ancora oggi permane vivissima l’attualità del santo Fondatore della Visitazione. Ricordarne la vita e l’opera, rileggerne gli scritti, riascoltarne il cuore di pastore zelante per la salvezza della anime è certamente una grazia per le sue figlie che continuano a vivere del suo carisma; ma è anche un dono per tutti, un dono per la Chiesa di ogni tempo.