Meditazione – Ritiro di Avvento: rallegratevi! Il Signore è vicino…Andiamogli incontro

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Meditazione – Ritiro di Avvento: rallegratevi! Il Signore è vicino…Andiamogli incontro

Casa Betania, Pie Discepole del Divin Maestro

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Introduzione

Avvento: un tempo in cui ritrovare la bellezza della nuzialità spirituale
Domenica scorsa ci siamo incontrati con la figura di san Giovanni Battista. “La parola di Dio scese su Giovanni”. E’ quanto desideriamo che capiti anche a noi. Giovanni era nel deserto, noi siamo nel deserto di un piccolo ritiro.
La parola di Dio scenda su di noi e operi in noi una nuova sponsalità spirituale. I popoli antichi e l’anello nuziale. Vogliamo entrare o entrare di nuovo nell’anello nuziale.
Senza dimenticare che la misura del sonarsi di Dio a noi è proporzionata alla misura della nostra aperture a Lui.
Abbiamo iniziato il nostro percorso insieme alla Madonna, vogliamo anche concluderlo insieme a Lei. Dall’Annunciazione al Magnificat. S. Ambrogio quando commenta il Magnificat della Madonna, usa parole molto belle, molto ricche, anche cariche di entusiasmo ed ad un certo punto dice che questo entusiasmo sfocia nelle parole:”… sia in noi l’animo di Maria, sia in noi il cuore di Maria per parlare come Lei, per parlare con Lei, per cantare con Lei al Signore …” Ecco, noi oggi chiediamo questa grazia che possa essere in noi il cuore, l’animo di Maria per poter cantare con Lei e come Lei al Signore.

L’anima mia magnifica il Signore

Alcune osservazioni generali

  1. Dire bene di Dio
    E’ importante che la nostra vita dica che noi siamo contenti di dio. Il Cantico di Maria è proprio l’esempio di una donna che è contenta di Dio e con il suo canto e le sue parole dice bene di Dio, lo esalta di fronte al mondo. Questo Cantico rimane l’esaltazione di Dio di fronte al mondo, il Canto della bellezza di Dio di fronte al mondo in ogni tempo della storia e dunque rimane l’esempio per tutti noi di che cosa debba essere la nostra parola quando parla di Dio, di che cosa debba essere la nostra vita perché parla di Dio, cantando la sua bellezza. Sia in noi l’animo di Maria cioè, sia in noi questa stessa capacità di cantare la bellezza di Dio, di proclamare la grandezza di Dio, di esternare la gioia della vita con Dio. Le campane della gioia nella nostra vita.
  2. Il canto dei poveri di Dio
    Il Magnificat rivela la spiritualità dei poveri di Dio, di coloro che si riconscevano poveri non solo nel distacco da ogni idolatria della ricchezza e del potere, ma anche nell’umiltà profonda del cuore, spogli da ogni tentazione di orgoglio, aperto all’irruzione della grazia di Dio, della salvezza. San Francesco di Sale parlava di “santità del cuore”. Anche in questo caso sia in noi l’anima di Maria.
  3. Le grandi opere di Dio
    Vi è una parola che introduce, il cantico. Dice qualcosa di importante: “… allora Maria disse …”: c’è una premessa che fa da sfondo a questo Canto di esultanza e di gioia e la premessa è la conferma che la Madonna ha avuto attraverso le parole, il saluto della cugina Elisabetta, della promessa  di  Dio.  Quella parola che aveva  ascoltata durante il momento dell’Annunciazione è stata confermata dalla parola di Elisabetta e allora Maria disse, allora Maria cantò … Quante volte nel corso della vita abbiamo avuto la conferma di quella prima parola che abbiamo ascoltato nel giorno della promessa di Dio a noi. La capacità di guardare indietro per riconoscere le meraviglie di Dio. Maria guarda dietro, guarda al presente, guarda al future. E sempre vi vede Dio presente e all’opera.
  4. Il duplice sguardo di Maria
    Il Cantico della Madonna si può suddividere in due parti con una breve conclusione che è un’annotazione dell’evangelista importante. Le due grandi parti sono quelle nelle quali prima Maria è tutta orientata verso il suo Signore, è come se noi la trovassimo con gli occhi fissi sul volto di Dio, li occhi rapiti dal volto del suo Signore e l’altra parte, invece, trova Maria orientata sul mondo, sulla storia ed è come se la vedessimo con gli occhi rivolti al suo tempo, ma anche ad ogni tempo: alla vita della chiesa, alla storia del mondo fino all’ultimo giorno ed orientata su Dio.
    Chi è Dio per Maria? E’ bello rispondere a questa domanda per trovare, attraverso Maria, attraverso i suoi occhi, il volto vero di Dio. Come Maria guarda la storia per riuscire anche noi a guardarla attraverso i suoi occhi? Mai l’umanità ha conosciuto occhi più limpidi e capaci di vedere sia il volto di Dio sia il Mistero della storia della vita umana: noi vogliamo entrare dentro questi occhi così belli per guardare Dio e vederlo come è, per guardare la storia e vederla come è nella sua verità. Non ci sono occhi migliori per guardare se non i suoi! Entrando nei Suoi occhi abbandoniamo le ombre ed entraimo nella visione. Newman: “Dall’ombra e dai simboli alla verità”.
    “La Vergine era l’Innocenza. Renditi conto di ciò che siamo per lei, noialtri, la razza umana. Oh! Naturalmente, ella detesta il peccato, ma in fondo non ha nessuna esperienza di esso, quell’esperienza che non è mancata ai più grandi santi, allo stesso santo d’Assisi, per quanto serafico sia. Lo sguardo della Vergine è il solo sguardo veramente infantile, il solo vero sguardo di bambino che si sia mai levato sulla nostra vergogna e sulla nostra disgrazia. Sì, piccino mio, per ben pregarla bisogna sentire su se stessi questo sguardo che non è affatto quello dell’indulgenza – perché l’indulgenza si accompagna sempre a qualche amara esperienza – ma della tenera compassione, della sorpresa dolorosa, di non si sa quale altro sentimento, inconcepibile, inesprimibile, che la fa più giovane del peccato, più giovane della razza da cui è uscita e, benché Madre per grazia, Madre delle grazie, la fa la più giovane del genere umano”.
    (Georges Bernanos, Diario di un curato di campagna, Milano 1989, pagg. 174-175)
  5. Un canto con la Parola di Dio
    Quando ci soffermiamo sul Magnificat ci accorgiamo che risulta una raccolta di testi della Scrittura cioè, Maria parla con Dio attraverso la Sua Parola, canta a Dio con la Parola di Dio, ha talmente assimilato la Scrittura, la Parola del Signore che quando parla, parla con la Parola di Dio. Come dovrebbe essere così anche per noi, come sarebbe bello fosse così! Talmente assorti dentro questa Parola, talmente assimilata e diventata nostra che, quando parliamo si sente l’eco di quella Parola che è dentro il cuore, come acqua che è stata tirata su da un pozzo profondo: tutto in noi dovrebbe rimandare a questa Parola. Che la nostra parola possa sempre essere un eco della Parola vivente. L’immagine della nchiglia.

Alcuni passaggi del Cantico in dettaglio nei due sguardi
Il primo sguardo è quello su Dio. Una voce solista si leva verso il Cielo. La Madonna parla di Dio, si fa per noi catechista di Dio. La vediamo con gli occh in alto.
Il secondo sguardo è quello sul mondo e sulla storia. La voce è corale: si associa quella di tutta la comunità dei fedeli che celebrano le soprendenti scelte di Dio.

  1. Il senso della parola Magnificat
    Magnificat è una parola bella perché, non soltanto dice la gioia, ma perché la Madonna con questa parola fa grande Dio. Magnificare significa rendere grande e gli occhi di Maria che sono puntati sul volto di Dio lo magnificano, lo rendono grande, cioè lo cantano grande. L’atteggiamento di Maria appare subito antitetico a quello dell’uomo decaduto, che è nel peccato che rende piccolo Dio con le sue parole e con la sua vita. Con le sue parole perché non sa dire bene di Dio, non lo canta, non lo glorifica e con la vita perché, con la sua stessa vita triste e melanconica non lo canta, lo rende piccolo. Non è difficile scoprire in noi questa alternanza perché, quando la nostra vita è toccata dalla grazia allora parole e testimonianza magnificano, ma quando la nostra vita è toccata dal peccato, quando si perde nella mediocrità allora si rimpicciolisce tutto e parole e vita rimangono incapaci di magnificare: lo sappiamo per esperienza. Forse quando ci accorgiamo che parola e vita non magnificano più, non sono capace di magnificare, dobbiamo vedere in questo un campanello di allarme: forse il peccato si annida, forse la mediocrità sta diventando la nostra misura abituale.
  2. I nomi di Dio
    Vi sono alcuni nomi che la Madonna attribuisce a Dio e sono quattro: Signore, Salvatore, Onnipotente, Santo. E’ bello entrare dentro questi nomi perché, se abbiamo detto che Maria con i suoi occhi limpidi vede come nessuno, vuol dire che questi nomi sono l’espressione di questa visione, ci dicono che cosa Maria vede in questo volto.
    SIGNORE. Colui che è il tutto per lei, al di fuori del quale non c’è nulla. In questo nome che noi ascoltiamo, presente sulle labbra di Maria, ritroviamo anche per noi la relazione con Dio come una relazione che è totalizzante, che mi deve prendere tutto. Maria lo chiama Signore perché la sua vita è tutta in Lui e sente e avverte che quel Dio è il Dio che vuole tutto, che prende tutto. Le regioni del cuore.
    SALVATORE. Questo Dio che da tutto, che è tutto, che prende tutto, che è coinvolgente fino ai dettagli della vita, è quello stesso Dio che è tutto Misericordia, che è tutto Perdono, che è tutto Amore, che riveste con la sua misericordia, che salva con la Sua compassione: Maria sta vivendo il mistero impressionante della presenza di Dio nel suo grembo ed è a partire da questa sua esperienza che comprende la condiscendenza impensabile di Dio. Maria si sente coinvolta interamente ed abbracciata interamente, si sente trascinata in alto da questo Signore, si sente accarezzata dolcissimamente da questo Signore e forse è proprio qui l’esperienza che noi dobbiamo fare che non sempre facciamo perché, capiamo fino in fondo la delicatezza, la dolcezza di Dio quando prima ne abbiamo capito la trascendenza. Lo scopriamo Salvatore in tutta la sua bellezza quando lo scopriamo Signore in tutta la Sua grandezza non è impoverendo il volto di Dio che entro dentro il Mistero della sua condiscendenza della Sua piccolezza, è rimanendo a contemplarne la trascendenza che mi schiaccia che poi amo, capisco, mi commuove. Che questa trascendenza si faccia piccola come un neonato, come un bambino e la Madonna coglie questo, unisce il mio Signore e incredibilmente il mio Salvatore, Colui che è tutto è Colui che si fa nulla per me: ecco gli occhi limpidi di Maria che scoprono la realtà, la verità del Mistero di Dio in sé e per lei nella sua vita. Guardiamo attraverso questi occhi!
    ONNIPOTENTE. Onnipotente perché a Lui niente è impossibile, neppure questo miracolo di Dio che si fa uomo, bambino in lei e nel suo grembo. L’Angelo glielo aveva detto: “nulla è impossibile a Dio, davvero è l’Onnipotente, ora lo capisci!” Maria lo dice a noi attraverso questo canto come se dicesse di ascoltare la sua voce perché, lei ha fatto esperienza della verità di questa parola e ci dice di portarla con noi, di non dubitare mai perché a Dio nulla è impossibile e nella nostra vita ce lo dobbiamo ricordare. Maria domanda “come avverrà questo?” “nulla è impossibile a Dio!”
    Anche per noi questa domanda si pone: “come la mia vita potrà cambiare, come la storia di questa comunità potrà procedere, come?”, “nulla è impossibile a Dio”. Ritroviamo l’onnipotenza di Dio nella nostra vita!
    SANTO. La santità dice: “l’irrevocabile rigetto del peccato e del male” … nulla di ciò che è peccato Può stare davanti a Dio e anche qui la Madonna lo ha sperimentato, lei sta davanti a Dio perché è l’Immacolata, la ”piena di Grazia”, le è stato detto dall’Angelo: “il Signore è con te, tu sei piena di grazia!” ed è per questo che Dio può farsi bambino nel suo grembo, per questo può diventare tabernacolo del Dio vivente! Dio Santo, la irriducibilità tra Dio ed il peccato, tra Dio ed il male … come dobbiamo avvertirla questa insanabile contraddizione? Dio si rende presente lì dove non esiste il peccato, la dove il peccato ed il male si radicano e vivono, Dio non può stare, non può rimanere!
  3. La beatitudine della fede
    “Tutte le generazioni mi chiameranno beata”… Perché la Madonna è convinta di questo? Perché la sua vita è abitata da Dio in un modo unico ed allora la sua vita è così bella, è così spazio di Dio in mezzo al mondo, è così casa del Signore lungo la storia, è così terra toccata dal cielo che tutti la diranno “Beata”. Questo è anche il motivo della nostra beatitudine nella misura in cui, in piccolo, riviviamo la sua esperienza come casa di Dio, dimora del Signore, terra toccata dal cielo. La beatitudine della fede, di questa luce nuova che cambia gli orizzonti della vita. Questa fede è subito descritta dopo. Lì, in quello sguardo di fede, è la beatitudine di Maria e di tutti noi.
  4. Le sette opere di Dio
    Questo settenario rivela lo stile di Dio. Dietro il terreno opaco del visibile vi è l’invisibile opera di Dio che rovescia i criteri del mondo. In sette azioni successive è descritta l’Opera di Dio, un’Opera che rovescia tutto, le situazioni esistenti vengono capovolte totalmente. Dobbiamo entrare negli occhi di Maria, così impidi, per sapere anche noi andare al di là delle apparenze e guardare alla storia nostra, del mondo secondo verità, non secondo come appare. Quello di Maria è il punto di vista di Dio, che è il punto di vista del Mistero dell’incarnazione che lei ha dentro di sé. In effetti il Mistero dell’Incarnazione rovescia tutto perché, Dio si fa bambino, Colui che è grande diventa piccolo, la vittoria passa attraverso ad una sconfitta, è tutto ribaltato e a partire da questo ribaltamento che la Madonna vede nel volto di Dio fatto bambino in lei che ella guarda la storia e tutto è rovesciato.
    In queste sette azioni Maria guarda dietro perché guarda le vicende del suo popolo, ma Maria guarda anche avanti e guarda ciò che sarà, guarda il presente, guarda tutto e con uno sguardo abbraccia tutto e questo sguardo rovescia tutto. Il verbo greco è usato con l’aoristo: Azioni che si ripetono in modo permanente nella storia. E’ lo sguardo della fede, il ,inguaggio della fede! I santi dicevano che la fede è un occhio nuovo che è donato a noi per guardare la storia e la vita. Dei primi cristiani si diceva che avevano l’occhio penetrante: ecco la fede, l’occhio penetrante che non rimane alla superficie, ma entra dentro e vede la realtà, una realtà che davanti a Dio si rovescia incredibilmente.
    E’ bello ripercorrere i sette rovesciamenti che Maria opera nel suo cantico per applicarli a noi e per applicarli fuori di noi! Che cosa è grande davanti a Dio e che cosa è piccolo davanti a Dio? Chi è che è vincente davanti a Dio? Chi è che è sconfitto davanti a Dio? Chi è ricco davanti a Dio e chi è che è povero davanti a Dio? Chi è che è davvero affamato davanti a Dio e chi è sazio davanti a Dio? Come cambia il nostro modo di ragionare, di giudicare, di vedere! Il pensare di Cristo è un pensare che rovescia tutto.
    Questo settenario è uno schiaffo salutare.
  5. Tre mesi
    Il Magnificat si conclude con un’annotazione dell’evangelista, un’annotazione che richiama altri brani biblici: dice che Maria rimase con Elisabetta la cugina per circa tre mesi e poi tornò a casa sua. Chi è che sostò per tre mesi prima di tornare nella sua casa Gerusalemme? L’Arca dell’Alleanza! Maria è la nuova Arca dell’Alleanza che sosta tre mesi presso la cugina per poi far ritorno nella sua casa a Nazareth. Luca con una parola ci fa capire che la nuova Arca dell’alleanza, il nuovo Tabernacolo della Gloria è Maria e nello stesso tempo ci fa capire che questo è soltanto l’inizio, l’inizio di una storia: il Magnificat è il canto che compendia tutta la vita di Maria, è il canto degli inizi che si svilupperà, che si svolgerà lungo tutta la storia di Maria.
    La nostra chiamata a essere spazio di una Presenza. I tre monaci giovani e l’anziano.