Un profeta dei tempi nuovi.
Angelo Montonati
Considerando con attenzione il percorso di vita di Tommaso Reggio ci si accorge subito che il suo mondo è stato il mondo di Dio. Con la sua fede, egli ha accolto il Signore in tutta la sua vita; nella sua fede, Dio si è reso presente nelle vicende umane a lui contemporanee.
E’ molto significativa, al riguardo, la sua Lettera pastorale scritta a Genova, in occasione della Quaresima del 1896. Si intitolava “Torniamo a Dio”. L’Arcivescovo lanciava l’appello: “Si torni a Dio: ecco il grido di salvezza per l’individuo e per la società… Torniamo a Dio nella scienza che è fondamento e principio di ogni retto operare… Torniamo a Dio nell’arte, cercando il bello verace quale si rivela nello studio della natura… Più di tutto torniamo a Dio nella coscienza pubblica e privata… Si torni a Dio. Edotti ormai dalla dolorosa esperienza, imparino i rettori dei popoli e tutti coloro che padroneggiano il mondo: senza Dio non prospera e non vive popolo, nazione o società. La storia del mondo lo insegna, facciamocene nostro vantaggio: a Dio ritorni la società”.
Parole attualissime! Perché il vero dramma del nostro tempo è proprio l’assenza progressiva di Dio dall’orizzonte della vita dei singoli e delle società. Tommaso Reggio ha tenuto viva la presenza di Dio, del Dio di Gesù Cristo. Quando al termine del suo pellegrinaggio terreno, il nostro Beato affermava, a chi gli chiedeva se avesse bisogno di qualche cosa, “Dio, Dio, Dio mi basta”, dava un’ultima splendida testimonianza di ciò che è davvero necessario e insostituibile: la fede. E in tal modo si congedava, dal suo tempo, come “un profeta dei tempi nuovi”.