A cura del “Pontificium Institutum Altioris Latinitatis”
Il 2010 è stato l’anno di due importanti anniversari: il 40° della promulgazione del Messale di Paolo VI (1970) e il 440° di quella del Messale di san Pio V (1570). Come è noto, con il Motu Proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007, Benedetto XVI ha stabilito che nel Rito Romano sussistono, a particolari condizioni, due modalità celebrative dell’Eucaristia: la «forma ordinaria» (Paolo VI) e la «forma straordinaria» (san Pio V, nell’edizione del suo Messale promulgata nel 1962 dal beato Giovanni XXIII).
Il 2012, d’altra parte, è l’anno nel quale saranno celebrati due grandi eventi ecclesiali: il Sinodo dei Vescovi, sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, e l’inizio dell’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI nel Cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e a vent’anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
E’, dunque, con gratitudine che, in questo contesto della vita della Chiesa, il presente volume è da accogliere. Non è compito di questa breve presentazione entrare nel dettaglio di quanto vi si afferma, in generale e per questioni più particolari. Ritengo, tuttavia, che vi si troverà uno strumento molto utile perché l’Anno delle Fede possa essere “un’occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia” (Motu Proprio Porta fidei, n. 9).
Penso, inoltre, che leggerlo con attenzione potrà significare per molti una riscoperta o un approfondimento della bellezza della Celebrazione Eucaristica nel suo svilupparsi armonico attraverso la storia. Infatti, come afferma Benedetto XVI in Sacramentum caritatis: “Guardando alla storia bimillenaria della Chiesa di Dio, guidata dalla sapiente azione dello Spirito Santo, ammiriamo, pieni di gratitudine, lo sviluppo, ordinato nel tempo, delle forme rituali in cui facciamo memoria dell’evento della nostra salvezza. Dalle molteplici forme dei primi secoli, che ancora splendono nei riti delle antiche Chiese di Oriente, fino alla diffusione del rito romano; dalle chiare indicazioni del Concilio di Trento e del Messale di san Pio V fino al rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II: in ogni tappa della storia della Chiesa la Celebrazione eucaristica, quale fonte e culmine della sua vita e missione, risplende nel rito liturgico in tutta la sua multiforme ricchezza” (n. 3).
Allo stesso tempo, sono certo che questa pubblicazione sarà di aiuto a procedere nella direzione tanto auspicata di una cordiale accoglienza della liturgia della Chiesa, nel suo Rito ordinario, da promuovere con rinnovata fedeltà al Concilio Vaticano II, e nel suo Rito straordinario, che tanti tesori ha ancora oggi da donare a tutti noi. “Non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Missale Romanum – afferma Benedetto XVI nella Lettera inviata ai Vescovi di tutto il mondo per presentare il citato “Motu proprio” -. Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e dal loro il giusto posto” (7 luglio 2007).
Oggi più che mai la liturgia della Chiesa ha bisogno di essere avvicinata, approfondita e vissuta in cordiale sintonia con queste indicazioni del magistero pontificio e in un clima di serenità e saggezza.
La presente pubblicazione, curata dal Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, va in questa direzione. E’ auspicabile che essa continui a essere percorsa e condivisa da molti, da tutti.