Dice il Signore al profeta: “Va’, profetizza al mio popolo Israele”. In queste parole si riempie di significato la missione affidata ad Amos. Egli è incaricato di parlare in nome di Dio. La sua stessa vita dovrà essere profezia, annuncio di Dio in mezzo al suo popolo.
Si racconta che un famoso attore di teatro era presente a una cena di beneficenza. Prima di iniziare la cena, i presenti chiesero a un anziano sacerdote di dire la preghiera. Il sacerdote guardò l’attore e gli chiese se, a sua volta, se la sentiva di recitare il salmo 23: ‘Il Signore è il mio pastore non manco di nulla’. Il famoso attore accettò, ma a una condizione: che anche l’anziano sacerdote recitasse quel salmo, dopo di lui. L’anziano uomo di Dio accondiscese e l’attore iniziò a declamare il salmo. Le sue parole erano come una musica bellissima, e ognuno fu estasiato dalla meravigliosa prova dell’attore. Quando finì, tutti scoppiarono in un caloroso applauso. Toccava all’anziano sacerdote ripetere quel breve salmo. L’uomo non era dotato di una bella voce, e la sua dizione era alquanto povera. Ma mentre pronunciava le parole del salmo un brivido percorse i presenti. Quando finì non ci fu alcun applauso. Solo silenzio. L’attore si alzò in piedi e disse: “Io ho toccato i vostri orecchi, ma quest’uomo ha toccato il vostro cuore”. Quando qualcuno chiese all’attore che cosa aveva fatto la differenza, egli rispose: “Io conosco il salmo, lui il pastore”.
Ecco la profezia!