Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dall’Apocalisse di san Giovanni: “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle”.
Il testo è bellissimo e ci conduce a considerare il mistero dell’Assunzione della Madonna in relazione alle realtà create e alla nostra umanità.
Maria, infatti, è presentata come la donna che, nel proprio corpo glorificato e assunto in cielo, porta in sé e con sé parte della creazione.
Una creazione che, in tal modo, raggiunge la pienezza della sua bellezza. Così, in Lei, ci è dato di considerare la straordinaria dignità delle realtà create: che non sono destinate all’oblio e al nulla, ma a divenire “consorti” del destino di ogni uomo e di ogni donna, parte integrante di quei cieli nuovi e di quella terra nuova che costituiranno l’eternità felice in Dio.
Non a caso la Madonna, nella visione dell’Apocalisse, è contemplata come la Donna “vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul suo capo”.
Nel Suo corpo assunto e glorificato, Maria ritrova quelle realtà create nelle quali Ella ha vissuto e che, ora, con Lei sono assunte e glorificate nel Cielo di Dio.
Esiste un “materialismo” più spinto di quello professato dai cristiani, a torto spesso accusati di non avere a cuore le realtà di questo mondo?
In verità, la nostra fede ci porta ad avere una così altra considerazione delle realtà di questo mondo, di ogni realtà creata e della stessa corporeità, da credere appunto fermamente che tutta la creazione parteciperà della nostra risurrezione, che la materia, se pure trasfigurata,
entrerà per sempre in Dio e nel mistero della Sua vita eterna e trinitaria.
Prolunghiamo la meditazione con un testo di Germano di Costantinopoli:
“Tu, Maria, sei partita dalle realtà terrene perché si mostrasse rafforzato il mistero della tremenda incarnazione, perché si credesse che il Dio nato da te era stato anche uomo completo, figlio di una vera madre.
Giacché tu eri partecipe dei nostri corpi e perciò non avresti potuto sfuggire all’incontro con la morte comune a tutti, come anche il tuo Figlio e Dio di tutti ‘gustò la morte’: senza dubbio il sepolcro della tua dormizione, come il suo sepolcro vivificante, è oggetto di meraviglia,
poiché ambedue accolsero realmente i vostri corpi, ma non operarono alcuna rovina ad essi.
Né, infatti, era ammissibile che tu, essendo vaso contenente Dio, fossi dissolta dalla polvere.
Poiché colui che in te si spogliò era Dio fin da principio e Vita più antica di tutti i secoli, era anche necessario che la madre della Vita abitasse insieme alla Vita.
Infatti, come un figlio cerca e desidera la propria madre e la madre ama vivere con il figlio, così fu giusto che anche tu ritornassi a lui,
e che Dio ti rendesse partecipe della comunione di vita con lui stesso”.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido