La pagina di Vangelo che ascoltiamo, dall’evangelista Luca, è divisibile un due parti che costituiscono come il dittico di un unico dipinto. Nella prima parte Gesù risponde a un tale che chiede: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”.
Ed ecco la risposta: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno”.
In queste parole risuona la radicalità evangelica, quale stile di vita proprio della sequela del Signore. Nella seconda parte Gesù completa la risposta alla domanda. Dice: “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio”.
In queste parole risuona la dimensione universale della salvezza, alla quale Dio chiama tutti, proprio tutti. Ecco, pertanto, il dittico e le due parole che lo identificano radicalità della sequela e universalità della salvezza.
Torna alla mente quanto scrive un celebre autore spirituale, riguardo al modo in cui Dio entra in relazione con noi ogni giorno. “Al mattino Dio ti chiede tutto, alla sera si accontenta di quello che sei riuscito a dare. Ma al mattino seguente Dio, ancora, ti chiederà tutto, pur accontentandosi sempre di quello che potrai dargli alla sera”.
Viviamo, pertanto, nella consolante consapevolezza dell’amore grande di Dio. Nello stesso tempo, però, viviamo anche rispondendo con prontezza all’appello del Signore che ci chiama a seguirlo con la donazione totale della vita.
Una parola, adesso, riguardo a un passaggio della lettera agli Ebrei: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama”.
Quante volte il Signore ci corregge con la Sua parola di verità! E spesso noi rifuggiamo dalla correzione. E’ così bello, invece, essere corretti da Dio! Significa sperimentare quell’amore paterno che percorre ogni via per condurci alla salvezza, vera vita e autentica gioia.