Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella V Domenica di Quaresima.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Giovanni: “In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli domandarono: Signore, vogliamo vedere Gesù”.
La domanda formulata dai Greci è molto bella. Esprime, infatti, il desiderio di vedere Gesù da vicino. E vi possiamo leggere anche il desiderio dell’intera umanità che, consapevolmente e inconsapevolmente, custodisce nel cuore il desiderio insopprimibile di Cristo Salvatore.
Molto interessante è anche la risposta data da Gesù agli apostoli, che si fanno portavoce presso di Lui della richiesta dei Greci.
“E’ venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”.
In un primo momento, la risposta sembra non avere a che fare con la richiesta.
In realtà, se consideriamo con attenzione le parole del Signore, ci accorgiamo che esse conducono al cuore della richiesta. Gesù è possibile vederlo, nel senso di riconoscerlo come Dio, di incontrarlo come Salvatore, nel momento in cui Egli dona la Sua vita e appare, così, tutta l’originalità del Suo Volto.
Dio si rivela pienamente in Gesù nel momento della Sua Passione, della Sua Crocifissione e Morte, nel momento del Suo donarsi a noi, mostrando l’infinita misericordia del Suo Cuore. Soltanto incontrandolo nell’ora suprema del Suo amore per noi, i Greci potranno riconoscerlo come l’Atteso da ogni cuore umano.
Prolunghiamo la meditazione con l’aiuto di san Francesco di Sales: “La morte e la passione di nostro Signore è il motivo più dolce e più violento che possa animare i nostri cuori in questa vita mortale. I figli della croce si gloriano di questo loro meraviglioso mistero, che il mondo non comprende: dalla morte che tutto divora, è venuto il cibo della nostra consolazione; e dalla morte, più forte di tutto, è venuta la dolcezza del nostro amore. O Gesù mio Salvatore, la tua morte è la massima espressione del tuo amore […] Sicché, nel cantico eterno, penso che ad ogni istante si ripeterà questa gioiosa esclamazione: «Viva Gesù, la cui morte ha dimostrato quanto l’amore sia forte!».
Teotimo, il monte Calvario è il monte degli innamorati.
Ogni amore che non trae la sua origine dalla passione del Salvatore è frivolo e pericoloso.
Infelice è la morte senza l’amore del Salvatore.
L’amore e la morte sono talmente uniti nella passione del Salvatore che non è possibile avere nel cuore l’uno senza l’altro.
Sul Calvario non è possibile avere la vita senza l’amore, né l’amore senza la morte del Redentore ma fuori di là, tutto è o morte eterna o amore eterno”.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto, augurando fin da ora una bella solennità dell’Annunciazione del Signore.
don Guido