XX Domenica T.O. anno A
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore dal vangelo di san Matteo. Ciò che vi si narra riguarda una donna Cananea che, a motivo della figlia tormentata da un demonio, si rivolge a Gesù implorandolo: “Signore, aiutami!”.
In realtà, la povera mamma ripete più volte la sua supplica, tanto che i discepoli si avvicinano allo stesso Gesù e gli dicono: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!”.
In proposito, commenta sant’Agostino: “Cristo si mostrava indifferente verso di lei, non per rifiutarle la misericordia, ma per infiammarne il desiderio”.
L’intervento dei discepoli appare come una vera intercessione. È come se facessero da tramite tra la donna e il Signore, chiedendo che Egli presti ascolto alla preghiera che gli viene rivolta. In questo senso ciò che fanno i discepoli è esemplare anche per la nostra vita di preghiera. Siamo chiamati a portarvi, infatti, i tanti bisogni della Chiesa, dell’umanità, del mondo, dei singoli, di quanti hanno necessità spirituali e materiali.
E’ importante che la nostra preghiera sia anche preghiera di intercessione. Si tratta di una nota molto bella nello spartito musicale della carità.
La supplica della donna è anche esemplare per noi, nella sua semplicità disarmante. Quella mamma non ha bisogno di molte parole. Si ritrova davanti a Gesù con il suo tormento e la sua pena. E con fiducia illimitata grida con il cuore in mano, nella certezza di essere amata ed esaudita.
Possa essere così anche la nostra preghiera! Non ridondante di tante parole, ma ridondante di cuore. Non inutilmente ripiegata su noi stessi, ma tutta protesa verso Dio con grande fede e infuocato amore.
Oggi, pertanto, mettiamoci alla scuola della donna Cananea.
E facciamolo anche con l’aiuto di san Giovanni Crisostomo:
“Cristo uscì dai suoi confini e la donna dalla sua terra:
e così poterono incontrarsi.
I cananei, che un tempo erano stati scacciati
perché non pervertissero i Giudei,
ora si mostrano tanto più atti e ben disposti
da lasciare i propri confini e venire a Cristo.
Accostandosi a lui la donna cananea,
dopo aver raccontato la sua disgrazia
e la gravità della malattia della figlia,
implora a gran voce la misericordia del Signore…
Che fece allora la donna? Forse tacque avendo udito ciò?
Se ne andò? O diminuì il suo fervore?
No, assolutamente! Anzi, insistette ancor di più.
Noi invece non ci comportiamo in questo modo;
quando non riusciamo a ottenere quanto chiediamo,
allora ci ritiriamo, mentre proprio per questo
dovremmo maggiormente insistere…
Gesù allora in risposta le dice:
‘Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri’.
Ecco perché tardava a esaudirla:
voleva pronunciare a gran voce queste parole;
desiderava renderle la gloria che meritava”.