Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella XXV Domenica del Tempo Ordinario.
Rimaniamo in ascolto del Vangelo di san Marco. Gesù dialoga con i Suoi discepoli, mentre attraversa la Galilea. E parla loro di ciò che lo attende a Gerusalemme: sarà consegnato e ucciso, ma il terzo giorno risorgerà.
I discepoli non capiscono le parole di Gesù. Anzi, forse non vogliono nemmeno approfondirle e capirle, perché non si attendono quell’epilogo nella vita del Messia, da loro ancora considerato un potente, vittorioso alla maniera umana.
Infatti, afferma il vangelo: “Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo”.
Perché questo timore? Probabilmente avevano intuito qualcosa, ma non cercavano spiegazioni per paura di dover cambiare le proprie idee.
L’ascolto autentico della parola del Signore esige sempre un cambiamento di mentalità. In questo cambiamento consiste la vera conversione.
Non temiamo la voce di Dio!
Se in un primo momento può apparire amara, perché invita a rinnegarci, sempre, in verità, diviene poi dolcissima perché ci conduce all’esperienza della Vita vera, della Verità che libera, donando pace e gioia.
Il racconto evangelico continua.
Gesù, a un certo punto, chiede ai discepoli: “Di che cosa stavate discutendo lungo la strada?”
Tutti tacciono, imbarazzati. “Per la strada infatti avevano discusso chi tra loro fosse il più grande”.
Il Signore, con pazienza, li chiama a sé e dice: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”.
Non viene impedito il desiderio del primato, ma viene del tutto capovolto il contenuto del primato. D’ora in avanti, al cospetto del Signore, è primo chi si fa servo, chi ama e dona la propria vita senza calcoli o misure.
Il regno dei cieli è di chi vive nell’eccesso evangelico dell’amore. Un tale eccesso nell’amore è dono dall’Alto che dobbiamo chiedere e supplicare: è, infatti, l’amore stesso di Dio riversato nei nostri cuori.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido