IV domenica T.O. anno C
In questa domenica ascoltiamo una pagina del vangelo di san Luca. Gesù si trova nella sinagoga di Nazaret, il Suo villaggio di origine. In quell’occasione, si alza e legge un brano delle antiche profezie. Poi conclude, aggiungendo: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.
In Gesù le attese dei profeti e dell’intera umanità si compiono. La salvezza, tanto desiderata, finalmente ci è donata nel Signore: in Lui si realizza la nostra autentica liberazione dal peccato, dal male, dalla morte; e ci è donata la vita nuova della grazia e della vera libertà.
Ci sentiamo partecipi di quanto hanno ascoltato gli abitanti di Nazaret, anche perché le stesse parola di allora il Signore le rivolge anche a noi, oggi.
Riascoltiamole e meditiamole con l’aiuto di un testo di Aerledo di Rielvaux: “Un duplice lievito c’era in noi: la mortalità e l’iniquità. Il Verbo, buono e misericordioso, ha visto che noi non potevamo salire a Lui e allora è venuto verso di noi. Ha preso una parte del nostro lievito, si è adattato alla nostra debolezza. Ha voluto darci l’esempio. Pensate a Lui, prima della Passione.
Allora era come un pane lievitato: ha avuto fame, sete, ha pianto, dormito, è stato stanco; attraverso tutto questo mostrò la compassione e la carità che ebbe verso di noi. Tutte queste cose sono come medicine che occorrevano alla nostra infermità.
E siccome conveniva a noi, egli, come il Signore nostro assunse una realtà che gli era estranea per poter fare la sua opera, ossia l’opera della sua misericordia: il Pane ha fame, la Sorgente ha sete, la Forza si stanca, la Vita muore. La Sua fame ci sazia, la Sua sete ci inebria, la Sua stanchezza ci rianima, la Sua morte ci rende la vita. Questa sazietà spirituale ci appartiene, questa ebbrezza spirituale ci appartiene, questo rinnovamento spirituale ci appartiene, questa vivificazione spirituale ci appartiene. Il tutto è opera della sua misericordia”.
Ecco perché oggi, con il ritornello del Salmo responsoriale, ripetiamo: “La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza”. Custodiamo nel cuore questa bella invocazione, facciamola diventare, oggi, la nostra preghiera.