La Colletta domenicale ci orienta al Padre, come a colui che ci ha donato il Salvatore e lo Spirito Santo. La preghiera ci accompagna mentre rimaniamo in ascolto del profeta Isaia, portavoce di speranza da parte di Dio presso gli smarriti di cuore: “Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso sorgenti d’acqua”.
Solo lo Spirito Santo inviato dal Salvatore può realizzare una tale novità in noi e nel nostro mondo. Invochiamolo, pertanto, con fiducia: “Chi sei tu, dolce luce, che mi riempie e rischiara l’oscurità del mio cuore? Tu mi guidi come mano materna e se mi abbandonassi non saprei fare più nessun passo. Tu sei lo spazio che circonda il mio essere e lo racchiude in sé. Da te lasciato, cadrebbe nell’abisso del nulla, dal quale tu l’hai elevato alla Luce. Tu, più vicino a me di me stessa, e più intimo del mio intimo, e tuttavia inafferrabile e incomprensibile che oltrepassi ogni nome: Spirito Santo, Amore eterno”.