Domenica delle Palme e della Passione del Signore
La Domenica delle Palme segna l’inizio della Settimana Santa ed è la porta d’ingresso al grande mistero della nostra salvezza, che trova compimento nella morte e risurrezione di Gesù. Da oggi, in un modo del tutto particolare, siamo invitati a contemplare il volto di Colui che “per noi si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce”.
“Per noi”. Sì proprio per noi, per ciascuno di noi, Egli ha vissuto e patito, è morto sulla croce ed è risorto. Questo “per noi”, “per me”, dobbiamo sentirlo risuonare a ogni passo della Settimana che andiamo a iniziare, per poter entrare dentro e gustare, con meraviglia rinnovata, la grande verità che cambia ogni vita: Dio mi ha amato così, Dio mi ama così.
Sia questo, pertanto, l’ultimo atto del cammino di conversione quaresimale, iniziato rispondendo all’invito: “Ritornate a Dio con tutto il cuore”. Ritorniamo davvero e del tutto a Dio, a questo Dio che ci ama senza misura, che ci sorprende e stupisce, commuove ed emoziona, che si rivela il vero e grande alleato della nostra vita, al fine di strapparla al peccato e alla morte, al non senso e alla solitudine, e farla divenire quella che Egli da sempre vuole per noi: bella della Sua stessa divina bellezza, santa nel tempo e per l’eternità.
Mettiamoci in ascolto di san Gregorio di Nazianzo, per essere aiutati a vivere i giorni della Santa Settimana: “Accettiamo tutto per amore del Verbo, imitiamo attraverso le nostre passioni la Passione, col nostro sangue onoriamo il Sangue, saliamo con decisione la croce.
I chiodi son dolci, anche se molto acerbi. È meglio soffrir con Cristo, che accompagnarsi agli altri nel piacere. Se sei Simone Cireneo, prendi la croce e segui il Maestro. Se, come il ladro, sei appeso alla croce, da uomo onesto, riconosci Dio: se lui per te e per i tuoi peccati è stato aggregato agli empi, tu, per lui, fatti giusto.
Adora colui che è stato per tua colpa sospeso a un legno; e, se tu stai appeso, ricava un vantaggio dalla tua malvagità, compra la salvezza con la morte, entra in Paradiso con Gesù, per capire da quale altezza eri caduto.
Contempla quelle bellezze; lascia che il mormoratore muoia fuori con la sua bestemmia. Se sei Giuseppe d’Arimatea, chiedi il corpo a chi lo crocifisse, fai tuo il corpo che ha espiato i peccati del mondo.
Se sei Nicodemo, quel notturno ammiratore di Dio, ungilo con funebri unguenti. Se sei una Maria, o altra Maria, o Salome, o Giovanna versa lagrime alla prima luce. Fa’ in modo da poter vedere la tomba scoperchiata, o forse gli angeli, o perfino lo stesso Gesù.
Di’ qualche cosa, sta’ a sentire. Se dirà: – ” Non mi toccare” tieniti lontana. Adora il Verbo, ma non piangere. Egli sa da chi dev’essere visto per primo. Celebra le primizie della risurrezione; va’ incontro ad Eva, che cadde per prima e per prima vide Cristo e avvertì i discepoli.
Imita Pietro o Giovanni, corri al sepolcro, insieme e a gara, in onesta emulazione. Se sarai primo, vinci in amore, non piegarti, guardando da fuori; entra. Se, come Tommaso sarai lontano dal gruppo dei discepoli che videro il Risorto, dopo che l’avrai visto anche tu, non rifiutar la tua fede”.