III di Quaresima
Siamo giunti alla III Domenica di Quaresima. Come di consueto, rimaniamo in ascolto della Parola che la Liturgia di questo giorno ci offre, desiderosi di portare avanti con frutto il nostro itinerario di conversione e di rinnovamento della vita nel Vangelo.
Il libro dell’Esodo ci conduce a riconsiderare la vocazione di Mosè e l’esperienza di fede da lui vissuta sul monte Oreb, quando il Signore gli apparve misteriosamente. “Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava”.
Mosè si avvicinò a guardare quel grande spettacolo. In quel momento, proprio dal roveto, Dio gridò: Mosè, Mosè!”. Ciò che Mosè visse in quell’ora della sua vita gli rimarrà impresso per sempre. Dio sarà per lui, da allora in poi, il fuoco che infiamma il cuore, la luce che illumina il cammino, la voce che fa ardere la mente, il nome che riempie per intero l’esistenza.
Dio sarà Tutto per lui!
Possa, il cammino quaresimale, aiutare anche a noi a fare una simile esperienza del Signore, così che Egli divenga davvero il Tutto della nostra vita.
Preghiamo con Giovanni di Fécamp: Signore amatissimo, per la carità con cui hai dato la vita per il tuo gregge, ti supplico e ti prego: scrivi con il tuo dito nel mio petto la dolce memoria del tuo nome soave, che nessuna dimenticanza deve mai distruggere. Scrivi nelle pagine del mio cuore i tuoi comandi e il tuo volere, la tua legge e i tuoi precetti, perché sempre e in ogni luogo io abbia davanti agli occhi te, Signore di immensa tenerezza, e tutti i tuoi comandi.
Quanto sono dolci al mio palato le tue parole. Dammi una memoria tenace, perché non le dimentichi più. Fuoco che sempre splendi, amore che sempre bruci, dolce Cristo, Gesù buono, luce eterna e indefettibile, pane di vita che ci fortifichi senza venire meno tu stesso; ogni giorno sei consumato e sempre rimani intero: rifulgi in me, infiammami, illumina e santifica la tua creatura, svuotala della sua malizia, riempila di grazie e mantienila sempre ricolma, perché io mangi il cibo della tua carne per la salvezza dell’anima mia, finché mangiando di te io viva di te, cammini per te, giunga a te, riposi in te”.