In questa XXVII Domenica del Tempo Ordinario soffermiamo la nostra attenzione sul brano tratto dal libro del profeta Abacuc: “Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: ‘Violenza!’ e non salvi? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese”.
Il testo è drammatico. Rivela la distanza tra il pensiero dell’uomo e il pensiero di Dio. Agli occhi umani ciò che accade appare scandaloso. Ma agli occhi di Dio tutto assume un significato di provvidenza: il Suo disegno di amore si sta realizzando e si realizzerà, ma nei tempi di Dio e a modo di Dio.
Per l’uomo si apre il cammino della fede, proprio di chi crede alla parola pronunciata da Dio e alla Sua promessa. Ecco perché nella pagina del vangelo di san Luca Gesù si rivolge agli apostoli e dice: “Se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a questo gelso: ‘Sradicati e vai a piantarti nel mare ed esso vi obbedirebbe”.
Pertanto preghiamo: Signore aumenta la nostra fede!
Ad approfondimento della nostra meditazione, ascoltiamo il mistico Giovanni Taulero, vissuto agli inizi del 1300: “Il Signore ci invita ad andare alla festa, il cui tempo – egli dice – è sempre pronto. Qual è questa festa? La più alta, la più vera festa è la festa della vita eterna, cioè l’eterna beatitudine, dove c’è in verità la presenza di Dio.
Essa non può esserci quaggiù, ma la festa che possiamo avere qui è un anticipo di quella. Questo è il tempo di cercare Dio e di aver di mira la sua presenza in tutte le nostre opere. Molte persone vorrebbero pregustare una tale grande festa, e si lamentano che ciò non sia loro accordato. E se non trovano nessuna festa nel loro cuore quando pregano, né sentono la presenza di Dio, ciò le affligge e lo fanno sempre meno e di cattiva voglia.
L’uomo non deve mai fare così; non dobbiamo mai trascurare alcune opere perché Dio è presente anche se non lo sentiamo: egli si è recato segretamente alla festa. Dove c’è Dio, là è festa in verità; egli non può fare a meno di essere presente dove con intenzione pura si cerca lui solo; anche se vi è in maniera nascosta, tutta via c’è sempre.
Il tempo in cui vuole e deve rivelarsi e mostrarsi apertamente dobbiamo rimetterlo a lui. Ma egli è senza dubbio presente dove è cercato: non compiere perciò nessuna azione buona malvolentieri, perché egli è là, anche se ti è ancora nascosto”.