Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella II Domenica di Pasqua “Divina Misericordia”.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Giovanni: “La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi!”.
In queste poche ma pregnanti parole evangeliche, possiamo trovare spunto per almeno quattro punti di riflessione.
1. Scrive Tertulliano: “La risurrezione dei morti è la fede dei cristiani, credendo in essa siamo tali”.
Una tale verità di fede si poggia sulla risurrezione di Gesù. Ascoltare questa pagina del Vangelo significa, pertanto, ritrovare il centro della nostra fede. Cristo è risorto, è veramente risorto. Con lui, già ora risorti a vita nuova, anche noi risorgeremo dalla morte.
2. Il testo evangelico parla di timore. Leggiamo in un detto antico dei Padri del deserto: “Chiesero a un anziano: Perché ho paura camminando nel deserto? Egli disse: Perché tu credi di essere solo, e non vedi che c’è Dio con te”.
I discepoli non vedevano ancora che Gesù era con loro. Per questo vivevano nel timore. Il Signore Gesù è con noi, per sempre. Ogni timore è vinto, ogni paura è sconfitta.
3. Così rispondeva don Divo Barsotti a un giornalista che lo intervistava: “Non saprei che farmene di una Chiesa che rompesse con il suo passato, che ritenesse che lo Spirito Santo è diventato improvvisamente intelligente solo negli ultimi tre decenni. Come ho detto a un Convegno su La Pira: bisognerebbe inzuppare di benzina tutti i vescovi del mondo e dargli fuoco, se per assurdo la Chiesa non mi assicurasse più Cristo. E quindi l’eternità”.
E’ una frase forte, ma che ci ricorda la centralità di Cristo risorto da morte nella vita della Chiesa e per la nostra fede.
4. “Pace a voi!” dice il Signore. La pace è il grande dono pasquale del Risorto. E’ la pace della salvezza donata in Cristo, che ristabilisce l’alleanza tra l’uomo e Dio, tra l’uomo e gli altri uomini, tra l’uomo e l’intera creazione.
Da questa pace prende forma l’entusiasmo dei discepoli, perché “entusiasmo” significa la situazione spirituale di chi è in Dio, nel Suo cuore e nella Sua pace. Chiediamo la grazia di vivere anche noi nel “risus paschalis”, la gioia, l’entusiasmo pasquale tipico di chi ha incontrato il Risorto.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido