I Domenica Quaresima anno A
La pagina delle Genesi, che la Chiesa ci fa ascoltare, ci riporta agli inizi della storia umana e, in particolare, a quel momento drammatico che segnerà per sempre la relazione tra Dio e l’umanità. E’ il momento della tentazione diabolica. Ricordare in che cosa essa consista significa avere consapevolezza della sua perenne attualità.
Satana, fattosi presente nelle sembianze del serpente, si rivolge alla donna che da Dio ha ricevuto un preciso comando, in relazione al frutto dell’albero che sta nel giardino dell’Eden: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”. Ed ecco la parola del tentatore: “Non morirete affatto!”.
Quanto ricordato di quel dialogo antico è sufficiente per capirne la perenne attualità. Nel nostro cuore, infatti, tante volte risuona quella parola diabolica. Una parola cattiva e menzognera che insinua il dubbio sulla bontà di Dio. Quanto Dio ti dice, suggerisce quella parola, non corrisponde al tuo bene, non è promessa di vera felicità.
Dio non è tuo alleato, ma concorrente geloso che vuole mortificare la tua vita e la tua sete di libertà.
In Quaresima ribelliamoci a questa terribile tentazione! Ritorniamo a Dio con tutto il cuore, nella certezza di fede che Egli è il vero e solo alleato, la cui volontà è pienezza di verità, di gioia e di libertà per la nostra vita.
Dio è la Vita! E dove c’è Dio c’è la Vita! Dio non è nostro concorrente geloso, ma nostro Amico fedele.
Nell’affrontare la tentazione non siamo soli. Il Signore Gesù è con noi, come ci ricorda la pagina del Vangelo di san Matteo e come commenta, con la consueta profondità, sant’Agostino:
“Cristo fu certamente tentato dal diavolo, ma in Cristo eri tentato tu.
Tua infatti era la carne che Cristo aveva presa perché tu avessi da lui la salvezza.
Egli aveva preso per sé la morte, che era tua, per donare a te la vita;
da te egli aveva preso su di sé le umiliazioni perché tu avessi da lui la gloria.
Così, egli prese da te e fece sua la tentazione, affinché per suo dono tu ne riportassi vittoria.
Se in lui noi siamo tentati, in lui noi vinciamo il diavolo.
Io ho in Cristo la mia torre di fortezza.
Quando in essa mi sarò rifugiato, non soltanto eviterò le frecce del nemico,
ma potrò anche scagliare intrepido contro di lui tutte le frecce che vorrò.
Questa torre è Cristo, il quale per noi si è fatto torre di fronte al nemico.
Cerchi riparo per non essere ferito dal diavolo? Rifugiati nella torre!
In essa mai ti raggiungeranno le frecce del diavolo;
ivi starai riparato permanentemente. La torre è dinanzi a te.
Ricordati di Cristo, e sarai entrato nella torre”.