XXVI Domenica T.O. anno A
“Ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sé stesso”. L’affermazione è di san Paolo, nella lettera ai Filippesi. E indica la via cristiana della santità sulle orme di Gesù che “svuotò se stesso assumendo la condizione di servo”.
Scrive sant’Agostino: “Se mi domanderai qual è la via del cielo, ti dovrò rispondere che è l’umiltà; e se me lo domandassi tre volte, per tre volte ti darei la stessa risposta; e se mille volte me lo domandassi, mille volte ti risponderò che non c’è altra via che l’umiltà”.
Chiediamo nella preghiera il dono della vera umiltà: “Gesù, mite e umile di cuore, ardentemente ti supplico di fare il mio cuore simile al tuo. Dammi la grazia di acquisire progressivamente un cuore distaccato, mite e paziente. Dammi la grazia si sentirmi bene nel silenzio e nell’anonimato. Liberami dalla paura del ridicolo, dal timore dell’insuccesso. Allontana dal mio cuore la tristezza. Fammi libero, forte, gioioso. Che nessun possa turbare la mia pace, né spaventarmi. Che il mio cuore non senta bisogno di autosoddisfazione e possa io dormire tutti i giorni nel letto della pace. Rivestimi di dolcezza, pazienza, maturità e serenità. E quelli che vedono me, vedano te. Gesù. Amen”.