Protagonista, nel vangelo che ascoltiamo oggi, è l’apostolo Tommaso. L’’evangelista Giovanni ci ricorda che era detto anche Dìdimo. Dìdimo, però, non è una specie di soprannome; è la traduzione greca del nome Tommaso, e significa “gemello”. Da questo punto di vista siamo tutti chiamati a rispecchiarci in Tommaso, nostro gemello nel cammino della fede. Come lui, infatti, anche noi spesso dubitiamo; come lui, anche noi spesso siamo poveri nella fede; come lui, anche noi spesso non riconosciamo Gesù risorto presente e vivo in mezzo a noi. Ecco perché siamo tutti gemelli dell’apostolo. Ma il gemellaggio che ci unisce a Tommaso riguarda anche, in positivo, l’approdo a una fede viva e gioiosa e la crescita nella fede. Con lui, anche noi riconosciamo Gesù risorto; con lui, anche noi sperimentiamo la gioia per la sua presenza d’amore; con lui, anche noi siamo nella meraviglia davanti al volto vivo di Gesù. A san Tommaso oggi chiediamo di poter esclamare, dal cuore e con convinzione di fede: “Mio Signore e mio Dio!”. A cominciare dalla Messa, nella quale il Signore risorto fa a noi dono della sua presenza d’amore in molteplici forme, a cominciare da quella specialissima, l’eucaristica. E poi nella vita, dove con fedeltà sorprendente, Gesù, il Vivente, è sempre con noi
Parola della Domenica: “Mio Signore e mio Dio”
