Oggi ascoltiamo la celebre pagina del vangelo di san Luca, nella quale Gesù si esprime in parabole. Per la precisione le parabole sono tre, e vengono ricordate come le parabole della misericordia.
La prima racconta della pecora perduta che il pastore, nel deserto, va a ricercare per ricondurla all’ovile.
La seconda racconta della moneta smarrita che una donna cerca accuratamente fino a che non la ritrova.
La terza racconta di un figlio che abbandona la casa paterna e che il padre, al ritorno, abbraccia e perdona.
Tutte e tre le parabole sono accomunate da un dettaglio bellissimo: una è la pecora, una è la moneta, uno è il figlio.
Tutta l’attenzione del pastore è per una pecora.
Tutta l’attenzione della donna è per una moneta.
Tutta l’attenzione del padre è per un figlio.
In tal modo le parole di Gesù esprimono una stupenda verità: l’amore misericordioso di Dio è tutto per ciascuno di noi, ciascuno di noi è il termine della passione d’amore del Cuore del Signore.
Come san Paolo anche noi con gioia grata possiamo affermare: “Ma mi è stata usata misericordia”. La nostra meditazione si approfondisce con l’aiuto di alcuni autori spirituali.
San Carlo Borromeo: Quelle braccia sono così pronte a riabbracciare quanti ritornano, che in esse potete leggere queste parole scritte con caratteri di sangue: Correte, o uomini, a questo abbraccio; perché tardate?”.
Santo Curato d’Ars: “Non c’è niente che offende tanto il buon Dio quanto il disperare della sua misericordia. C’è che dice: Ne ho combinate troppe, il buon Dio non può perdonarmi. È una grande bestemmia. È mettere un limite alla misericordia di Dio, ed essa non ne ha: è infinita”.
Isacco il Siro: “Che la misericordia di Dio prevalga sempre sulla tua bilancia, fino al momento in cui sentirai dentro di te la misericordia che Dio prova nei confronti del mondo”.