Carissimi nel Signore,
in questa domenica, la liturgia della Chiesa ci conduce all’ascolto di alcune pagine bibliche che ripropongono il mistero bello dell’amore umano, così come è chiamato a realizzarsi nel matrimonio, secondo il disegno di Dio.
Nelle parole di Gesù: “Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”, si avverte l’eco dell’antico racconto della Genesi: “Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: Questa volta è osso delle mie ossa, carne della mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta”.
San Giovanni Paolo II affermava nella Familiaris consortio: “Cristo rivela la verità originaria del matrimonio, la verità del principio e liberando l’uomo dalla durezza dell’errore, lo rende capace di realizzarla pienamente. Questa rivelazione raggiunge la sua pienezza definitiva nel domo d’amore che il Verbo di Dio fa all’umanità assumendo la natura umana e nel sacrificio che Gesù Cristo fa di sé stesso sulla croce per la sua sposa, la Chiesa. In questo sacrificio si rivela interamente quel disegno che Dio ha impresso nell’umanità dell’uomo e della donna, fin dalla loro creazione: il matrimonio diviene così il simbolo reale della nuova ed eterna alleanza, sancita nel sangue di Cristo” (n. 13).
Ascoltiamo una celebra pagina di Tertulliano: “Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza, lo stesso ideale, lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di servizio! Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore senza la minima divisione nella carne e nello spirito, insieme pregano, insieme s’inginocchiano e insieme fanno digiuno. Si istruiscono l’un l’altro, si esortano l’un l’altro, si sostengono a vicenda. Stanno insieme nella santa assemblea, insieme alla mensa del Signore, insieme nella prova, insieme nella persecuzione, insieme nella gioia.
Non c’è pericolo che si nascondano qualcosa l’un l’altro, che si evitino l’un l’altro, che l’uno all’altro siano di peso. Volentieri essi fanno visita ai malati e assistono i bisognosi. Fanno elemosina senza mala voglia, partecipano al sacrificio senza fretta, assolvono ogni giorno i loro impegni senza sosta.
Ignorano i segni di croce furtivi, rendono grazie senza alcuna reticenza, si benedicono senza vergogna nella voce. Salmi e inni recitano a voci alterne e fanno a gara a chi meglio sa cantare le lodi al suo Dio.
Vedendo e sentendo questo Cristo gioisce e ai due sposi manda la sua pace. Là dove sono i due ivi è anche Cristo”.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.