Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella V Domenica del Tempo Ordinario.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Marco: “In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva”.
Nel testo evangelico c’è un particolare importante. La suocera di Simone è malata; il Signore si avvicina e, prendendola per mano, la rialza donandole la guarigione. Che cosa fa, a questo punto, la donna?
Ecco il particolare: inizia a servire.
Il dono che ha ricevuto da Gesù diviene la radice del suo donarsi con generosità. Questa, in effetti, è la dinamica della vita di fede: la grazia di Dio che sana il cuore umano, nel quale si fa strada un rinnovato slancio nella carità.
L’episodio evangelico ci suggerisce, pertanto, un criterio di verifica dello “stato di salute” della nostra vita cristiana: la misura della carità in noi rivela la misura della grazia. Grazia e carità vanno sempre insieme! Se così non fosse, ci sarebbe da dubitare della verità della grazia, come anche della verità della carità.
Un bel testo di Mons. Georges Chevrot, famoso autore spirituale francese, vissuto a Parigi a cavallo tra il 1800 e il 1900, sottolinea la relazione vitale tra gratitudine e carità, tra il dono ricevuto e la grandezza dell’amore.
Ecco, di conseguenza, il suggerimento di Chevrot: “La sera, prima di addormentarvi, ripensate qualche volta dentro di voi a tutto quel che avete ricevuto dagli altri durante la giornata che è appena terminata. E valutate ogni persona, perché il numero degli uomini e delle donne che quotidianamente lavorano per nutrirvi, vestirvi, per rendervi l’esistenza più comoda è considerevole.
Anche nel caso in cui vogliate limitare questo calcolo ai soli membri della vostra famiglia, resterete letteralmente meravigliati da quanto si riceve da loro in un solo giorno. Tutto quel che vi hanno insegnato; i consigli che vi hanno dato; il sostegno che vi hanno recato; talvolta un incoraggiamento, talaltra una parola dolce che vi commuove o un’espressione buffa, per cancellare le vostre preoccupazioni; i loro successi dei quali dovete sentirvi fieri; i loro sforzi che stimolano i vostri…”.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido