Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella XIX Domenica del Tempo Ordinario.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Giovanni: “Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
Quello che ascoltiamo dal vangelo di san Giovanni è parte del “Discorso del pane di vita”. Gesù presenta sé stesso in relazione alla manna del deserto, dono di Dio al popolo di Israele, ma solo segno della realtà futura. La realtà futura è ora presente ed è Lui, Gesù, il Figlio di Dio, “il pane vivo disceso dal cielo”, Colui che dona al mondo la vera vita, la vita stessa di Dio.
Se è esatto dire che è Gesù a essere il pane di vita, è altrettanto esatto affermare che lo stesso Gesù si fa pane di vita nel mistero eucaristico.
Nel mistero eucaristico, infatti, sotto le specie del pane e del vino, il Signore risorto da morte dona il Suo Corpo e il Suo Sangue, cibo e bevanda di salvezza per la vita eterna.
Proprio per questo motivo l’Eucaristia è il Tesoro più prezioso che ha la Chiesa. Nell’Eucaristia è presente il Signore, che si fa nostro compagno di viaggio fino alla fine del mondo; nell’Eucaristia Egli rinnova il sacrificio redentore, che ci inserisce nel mistero della vita intima di Dio; nell’Eucaristia Egli si dona a noi quale nutrimento, che sazia la fame e la sete del cuore; nell’Eucaristia Egli si lascia da noi adorare,
perché la comunione di amore tra noi e Lui divenga sempre più vera; nell’Eucaristia abbiamo la grazia di accogliere Colui che è Tutto per noi.
In questa Domenica non dovrebbe mancare un proposito, tanto concreto quanto decisivo per la nostra vita di fede: avere un incontro quotidiano con il Signore nell’Eucaristia. Nella Messa, o nell’adorazione prolungata, o in una breve visita al Santissimo Sacramento durante la giornata, o almeno nella comunione spirituale, a seconda delle possibilità di ciascuno.
Ma se Gesù nell’Eucaristia è il Tesoro più prezioso che ci è stato dato, non dovremo fare di tutto per avere ogni giorno la gioia e la grazia di incontrarci con Lui, Lui adorare, di Lui nutrirci?
Meditiamo, ora, con l’aiuto di san Gregorio di Nissa: “Quelli che, cadendo nelle insidie loro tese, hanno preso il veleno, ne estinguono il potere mortifero con un altro farmaco.
Allo stesso modo, come è entrato nelle viscere dell`uomo il principio esiziale, deve entrarvi anche il principio salutare, affinché si distribuisca in tutte le parti del suo corpo la virtù salvifica.
Avendo noi gustato il cibo dissolvitore della nostra natura, ci fu necessario un altro cibo, che riunisce ciò che è dissolto, perché, entrato in noi, questo medicamento di salvezza agisse da antidoto contro la forza distruggitrice presente nel nostro corpo.
E cos’è questo cibo? Null’altro che quel Corpo che si rivelò più possente della morte e fu l’inizio della nostra vita”.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido