III Domenica di Quaresima
“Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Con queste parola Dio si rivolge a Mosè, presso il roveto ardente. L’identità di Dio, che si rivela quale protagonista delle vicende della storia del suo popolo, ci conduce a rinnovare il senso del primato di Dio nella nostra vita. Ricordiamo, al riguardo, tre importanti inviti.
Anzitutto, fermarsi: per trovare spazio e tempo per Dio in un più prolungato silenzio e in un più intenso raccoglimento. Per noi, che siamo sempre “in fuga nel tempo”, è quanto mai prezioso riscoprire la gioia e la bellezza del “tempo per Dio”, della sosta orante alla presenza del Signore del tempo. Poi, guardare: per avere quella profondità di sguardo, in virtù della quale diveniamo capaci di andare oltre le apparenze, scoprendo in tutto la presenza amante e provvidente del Signore. Tutto è grazia, per chi sa guardare con gli occhi della fede. E’ importante abituarsi a questo “vedere” contemplativo. Infine, ritornare: al fine di riconoscere di aver smarrito la strada che porta alla meta. Tutti abbiamo peccato, tutti siamo caduti, tutti ci siamo adagiati in una vita spirituale mediocre, tutti abbiamo tradito, in qualche modo, l’amore del Signore. Dobbiamo fare ritorno alla casa di Dio, dobbiamo ritrovare.