Carissimi nel Signore,
siamo giunti alla IV Domenica di Pasqua, conosciuta come la “Domenica del Buon Pastore”. Vi si ascolta, infatti, il brano del vangelo di san Giovanni, in cui Gesù si definisce “Buon Pastore”.
Oggi, però, rivolgiamo l’attenzione all’altra immagine che lo stesso Gesù usa al fine di completare il Suo insegnamento:
“In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore…se uno entra attraverso di me, sarà salvato”.
Approfondiamo il testo di san Giovanni con l’aiuto di Giovanni Taulero:
“Qual è l’ovile di cui Cristo dice d’essere la porta?
Questo ovile è il cuore del Padre, che prima era chiuso per tutti.
Cristo ne è l’amabile porta, egli ce l’ha spalancata e ci ha fatto entrare nel cuore tenerissimo del Padre.
In questo ovile sono riuniti tutti i santi.
Il pastore è il Verbo eterno; la porta è l’umanità di Cristo; le pecore di quest’ovile sono i beati, oltre agli spiriti celesti.
Il Verbo eterno, il vero è buon pastore di questo amabile ovile, ne ha aperto l’ingresso a ogni creatura ragionevole, come si è detto.
Quanto nessuno può esprimere, anzi neppure può concepire, sono la dolcezza e l’amore con cui il Figlio eterno di Dio ci apre la porta del cuore del Padre; indicibile e la tenerezza con cui egli scopre senza fine i tesori nascosti di questo santuario impenetrabile, le infinite ricchezze della dimora divina; impareggiabili sono la prontezza, la gioia, l’urgenza con cui egli viene, ad ogni istante; anzi precede l’uomo, per spingerlo amabilmente a entrare.
Questa sorprendente condiscendenza, questo prodigioso affetto di Dio che lo dispongono in ogni ora e in ogni momento a riceverci con tanta affabilità e con simile grazia, senza badare a quello che fummo, ai vizi e ai peccati di cui siamo responsabili, per fissare solo e sempre in fondo al nostro cuore il desiderio di quel che vorremmo essere: questa inconcepibile benevolenza di Dio ‑ ripeto ‑ dovrebbe infiammarci e premere il nostro cuore a rispondere all’amore con l’amore, per seguire Cristo e aderire a lui con tutte le nostre forze”.
Il 1° maggio abbiamo avuto la gioia di iniziare il mese mariano.
Al riguardo non dimentichiamo tre verbi: guardare, imitare, pregare.
- Siamo, infatti, invitati a guardare Maria: la contemplazione della Sua bellezza spirituale renderà più belli anche noi.
- Siamo, poi, invitati a imitare Maria: alla Sua scuola diventeremo discepoli più autentici di Gesù.
- Siamo, infine, invitati a pregare Maria: a Lei possiamo rivolgerci con fiducia di figli, sempre.
Con tanto affetto, vi auguro una serena e santa settimana.
Un abbraccio e una benedizione.
La Madonna ci custodisca tutti.
don Guido