Carissimi nel Signore,
la pagina evangelica che ascoltiamo è dal vangelo di san Matteo.
Il Signore Gesù, parlando alla folla, espone alcune parabole con l’intenzione di aiutare a capire il mistero del regno di Dio. Tra le parabole raccontate vi è quella del grano e della zizzania. Al riguardo, sant’Agostino ha un commento molto bello, che vale la pena meditare con attenzione.
“In effetti il campo, ch’è il mondo, è la Chiesa sparsa per il mondo.
Chi è buon grano, continui ad esserlo fino al giorno del raccolto; coloro che sono zizzania, si cambino in buon grano.
Ora, tra gli uomini e le vere spighe e la zizzania corre questa differenza: quanto alle cose ch’erano nel campo la spiga rimane spiga, la zizzania rimane zizzania; al contrario nel campo del Signore, cioè nella Chiesa, chi era frumento si cambia talora in zizzania, e quelli ch’erano zizzania si cambiano talora in frumento: poiché nessuno sa cosa avverrà domani.
Ecco perché agli operai che s’erano irritati col padre di famiglia quando volevano andare ad estirpare la zizzania, ciò non fu permesso; poiché essi volevano sradicare la zizzania, non fu loro permesso di separarla.
Fecero ciò a cui erano adatti ma riservarono la separazione della zizzania agli angeli.
In verità però essi non volevano riservare agli angeli la separazione della zizzania; ma il padre di famiglia, che conosceva tutti, e sapeva che si doveva rimandare la separazione, ordinò loro di tollerare la zizzania, non di separarla.
Allora, o Signore, sarà insieme con noi nel granaio anche la zizzania?
Tollerate nel campo quel che non avrete con voi nel granaio.
Ascoltate, carissimi, voi che siete buon grano di Cristo, carissime spighe di Cristo; ascoltate, carissimi, voi che siete frumento di Cristo: fate attenzione a voi stessi, considerate i vostri intimi sentimenti, esaminate la vostra fede e la vostra carità, svegliate la vostra coscienza, e se troverete d’essere frumento, vi venga in mente:
Chi avrà perseverato fino alla fine, questo sarà salvo.
Chi però, dopo aver esaminato la propria coscienza, si troverà tra quelli che sono zizzania, non deve esitare a cambiar vita.
Ancora non c’è il comando che il grano venga falciato, ancora non è tempo di raccolto.
Non essere oggi quello che sei stato ieri, ma neppure devi essere domani come sei oggi. Che ti giova dire che una buona volta ti cambierai?
Dio ti ha promesso il perdono dopo che ti sarai mutato, non ti ha promesso il domani. Quale che sia lo stato in cui uscirai dal corpo, tale arriverai al giorno del raccolto.
È morto un tizio il quale era zizzania; diventerà forse nell’aldilà buon grano?
È quaggiù, nel campo, che si diventa o da zizzania buon grano o da buon grano zizzania; quaggiù questo è possibile, altrove invece, vale a dire dopo questa vita, è tempo di ricevere ciò che si è fatto, non già di fare ciò che uno non ha fatto”.
Chiediamo la grazia che la nostra appartenenza al Regno di Dio significhi una conversione quotidiana dalla zizzania al buon grano, dal peccato alla grazia, dal male al bene, dalla morte alla vita, dalla lontananza da Dio e dal prossimo alla comunione d’amore con Lui e i fratelli.
Che la nostra vita sia tutta un tempo pasquale, un tempo di passaggio alla vita nuova della santità.
Con tanto affetto vi abbraccio e vi benedico.