XXX Domenica T.O. anno A
“Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene”. È bellissima questa parola di san Paolo! È scritta per sostenere la speranza cristiana nella misericordia di Dio, che in Gesù ha trovato la sua pienezza. Egli è davvero la nostra liberazione e la nostra salvezza!
Ascoltiamo san Bernardo: “Qualcuno dei nostri è triste? Venga nel suo cuore Gesù, e di là salga alla bocca: ed ecco che, sorgendo la luce di questo nome, si dissipa ogni nube, torna il sereno. Cade qualcuno in grave colpa? Corre per di più al laccio di morte con la disperazione? Non è vero che, se invocherà il nome della vita, subito respirerà per la vita? Quando mai ha resistito, davanti a questo salutare nome, la durezza di cuore, il torpore dell’ignavia, il languore dell’accidia? E a chi, per caso, fosse seccata la fonte delle lacrime, non tornò subito a scorrere più abbondante e più soave appena invocato Gesù? A chi, palpitante e trepidante nei pericoli, l’invocazione del nome della fortezza non arrecò di colpo la fiducia, scacciando ogni paura? A chi, ormai sfiduciato e sul punto di venir meno, se gli risuonò all’orecchio il nome del soccorritore, mancò la forza? Tutte queste cose, infatti, sono malattie dell’anima, e quel nome è medicina”.