Carissimi nel Signore,
in questa Domenica, la XXIII del Tempo Ordinario, ascoltiamo la parola del Signore dal Vangelo di san Marco. A Gesù portano un sordomuto, incapace di ascoltare e di parlare. La grave malattia, che blocca l’uomo del vangelo, è anche segno della malattia spirituale che affligge l’intera umanità. Tutti, infatti, a motivo della natura ferita dal peccato, siamo incapaci di ascoltare e di parlare, di entrare in relazione di amore con Dio e con i fratelli.
Gesù prende in disparte il sordomuto, gli pone le dita negli orecchi, con la saliva gli tocca la lingua e dice: “Effatà”, cioè: “Apriti!”.
Subito, all’uomo malato, si aprono gli orecchi e si scioglie il nodo della lingua. Anche in questo momento del racconto, l’uomo malato diviene il segno dell’intera umanità.
In Gesù Salvatore, infatti, torna la capacità di ascoltare e di parlare, di entrare in relazione di amore con Dio e con i fratelli, di vivere l’avventura della santità.
La gente che assiste al miracolo, con stupore afferma: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti”. Gesù guarisce l’umanità ferita dal peccato. In Gesù diviene possibile ciò che l’uomo con le sue sole forze non può raggiungere: la vita nuova dei figli amati da Dio che ora hanno la capacità di amare, perché sono stati guariti e salvati dall’opera della grazia.
Direbbe san Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà forza”.
Anche noi, ora, in virtù della salvezza, possiamo tutto, possiamo vivere in pienezza la nostra umanità, possiamo vivere la verità del Vangelo.
Questa straordinaria possibilità ci è stata donata il giorno del Battesimo, quando la grazia di Dio ci ha trasformato in profondità, salvandoci dal peccato e abilitandoci a vivere la vita stessa di Dio. Per questo, nella celebrazione del Battesimo, è previsto il Rito dell’Effatà.
In quel momento Gesù, anche a noi, apre gli orecchi e scioglie la lingua. E può avere inizio l’avventura straordinaria dell’amore di Dio in noi.
Non dimentichiamo mai, pertanto, il primato della grazia nella nostra vita.
Senza l’opera del Signore in noi nulla è possibile. Con l’opera del Signore in noi tutto è possibile.
Mettiamo sempre Dio al primo posto! Anteponiamo la preghiera a tutto!
Nulla ci distolga dall’Eucaristia, dalla parola del Signore, dai sacramenti.
La nostra vita fiorirà in tutta la sua bellezza, portando in sé il profumo di Cristo, che è gioia piena per noi e annuncio di salvezza per il mondo.
Serena e santa settimana.
Una preghiera e una benedizione con tanto affetto.
don Guido