Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella XIV Domenica del Tempo Ordinario.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Marco: “In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname…? Ed era per loro motivo di scandalo”.
Nella sua patria, a Nazaret, Gesù non viene riconosciuto come il Messia. Le Sue parole non sono accolte e la Sua stessa presenza non è gradita.
Attenzione, però.
La cecità di coloro che ascoltano Gesù nella sinagoga, molte volte è anche la nostra cecità. Agli abitanti di Nazaret, infatti, non sembrava possibile che il Salvatore potesse essere così vicino a loro. Eppure anche loro lo attendevano, certamente, ma secondo criteri di potenza e straordinarietà. E’ quanto capita spesso a noi, che con difficoltà accettiamo che il Signore si riveli nella semplicità della vita quotidiana, nei fatti concreti che caratterizzano l’esistenza, nel silenzio dell’anima dove risuona la Sua voce, nelle gioie e nei dolori di ogni giorno, nel volto del fratello e della sorella che incontriamo.
Eppure il modo di rivelarsi di Dio a noi è ordinariamente sempre questo. Come risuona, infatti, la Sua voce che è Verità? In una parola fatta carne e dalle sembianze umane.
Quando ci salva l’opera della Sua grazia? In quei segni semplici che sono i sacramenti. Dove il Signore risorto continua a essere presente in mezzo a noi? In quella Chiesa anche visibile che è Suo mistico Corpo.
Nazaret, pertanto, rappresenta anche la nostra quotidianità. E ci sfida. Ci sfida a rendere la nostra attesa del Signore sintonizzata con il Suo stile, lo stile di Dio, che nel piccolo rivela la Sua grandezza, nel silenzio fa risuonare la Sua voce, in ciò che è povero opera la salvezza, in ciò che non fa rumore pone la dimora della Sua presenza.
E tutto questo ha un motivo.
Tutto questo perché Egli è l’Amore.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido