I Domenica di Avvento C
Carissimi nel Signore,
l’Avvento segna per tutti noi un nuovo inizio. In effetti, ogni anno, grazie all’anno liturgico e al suo procedere ciclico, abbiamo l’opportunità di rivivere nuovamente tutti i misteri della nostra fede. Già in questo troviamo un’indicazione preziosa per questa Domenica.
Scrive san Gregorio di Nissa: “Di inizio in inizio attraverso inizi sempre nuovi”.
Un nuovo inizio indica nuove possibilità che ci vengono donate, un nuovo inizio viene a dirci che il Signore non si è stancato di noi, un nuovo inizio è occasione rinnovata di conversione e di santità. Approfittiamo, pertanto! Riprendiamo il nostro cammino di fede con slancio e desiderosi di seguire il Signore più da vicino.
Nel brano del vangelo di San Luca, che oggi ascoltiamo, Gesù esorta così: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”.
Non fatichiamo a riconoscere che i nostri cuori sono appesantiti. L’elenco dei pesi, forse, potrebbe essere lungo. In realtà, il vero peso che grava sul cuore è la mancanza di Gesù, è uno stile di vita che si fa dimentico della sua radice viva e vivificante: la fede.
In un suo testo sull’Avvento il card. Ratzinger scriveva, alcuni anni fa: È tempo di Avvento. Tutte le nostre risposte rimangono frammentarie.
La prima cosa che dobbiamo accettare è sempre e di continuo questa realtà dell’Avvento permanente. Se lo facciamo, cominceremo a riconoscere che la linea di confine tra ‘prima’ di Cristo e ‘dopo’ Cristo non corre esteriormente attraverso il tempo della storia e non può essere disegnata sulla cartina geografica, ma passa attraverso il nostro cuore.
Nella misura in cui siamo egoisti ed egocentrici siamo ancora ‘prima’ di Cristo. Perciò in questo tempo di Avvento chiediamo al Signore che ci doni di vivere sempre meno ‘prima’ di Cristo e di vivere non ‘dopo’ Cristo, bensì con Cristo e in Cristo: con Lui che è il Cristo ieri, oggi e nei secoli dei secoli”.
Allora i nostri cuori non saranno più appesantiti.