Carissimi nel Signore,
auguri di serena e santa giornata, nella III Domenica del Tempo Ordinario, detta anche Domenica della Parola di Dio.
Rimaniamo in ascolto della parola del Signore, così come ci viene offerta dal vangelo di san Marco: “Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: ‘Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini’. E subito lasciarono le reti e lo seguirono”.
Il testo della chiamata dei primi discepoli segue l’inizio del ministero pubblico di Gesù e l’appello alla conversione: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
Al centro della chiamata rivolta ai primi discepoli come anche dell’appello alla conversione sta la parola di Gesù: una parola forte e dolce,
chiara e avvincente, esigente e coinvolgente, una parola che è tale e anche molto di più perché è parola di Verità e di Amore, tesoro di Vita vera per il cuore umano.
La nostra attenzione si concentra sulla risposta dei discepoli, che “subito lasciate le reti lo seguirono”.
In loro osserviamo le tre caratteristiche salienti di ogni vera conversione come anche dell’ascolto autentico della parola di Dio: lasciano tutto, subito, e seguono Gesù. L’incontro con il Signore, anche quello quotidiano, non può che far rivivere in noi quei tre momenti, che sono anzitutto interiori e poi anche esteriori, in quanto espressi da decisioni coerenti e concrete nella vita. Si lascia tutto ciò che contraddice la volontà di Dio, lo si fa subito senza condizioni e ritardi, ci si mette in cammino con gioia al seguito di Gesù, vivendo con generosa fedeltà alla luce della Sua parola.
Ascoltiamo, al riguardo, san Gregorio di Nazianzo: “Io mi sono scrollato di dosso tutte le passioni, da quando mi sono schierato con Cristo, e nulla più mi attrae di ciò che è gradito e ricercato dagli altri: non la ricchezza, che ti trascina in alto e ti travolge; non i piaceri del ventre o l’ubriachezza, madre di arroganza; non le vesti molli e vaporose, non lo splendore e la grazia delle gemme, non la fama seducente né il profumo effeminante né gli applausi delle genti e dei teatri, che da tempo abbiamo lasciato a chi li vuole. Non tutto ciò che ha tratto origine dalla peccaminosa degustazione che ci ha rovinati. Invece riconosco la grande dabbenaggine di coloro che si lasciano dominare da queste cose e permettono che la nobiltà della loro anima sia devastata da tali piccinerie; tutti quanti essi si danno a realtà fugaci, quasi fossero realtà stabili e durature”.
Un abbraccio e una benedizione con tanto affetto.
don Guido