Domenica 8 marzo, monsignore:
“E fu trasfigurato davanti a loro”
Nella seconda Domenica di Quaresima rimaniamo in ascolto di una pagina nota del Vangelo di san Matteo: quello della Trasfigurazione.
Gesù, mentre è in cammino con i suoi discepoli verso Gerusalemme, sale su un alto monte prendendo con sé Pietro, Giacomo e Giovanni.
E lì si trasfigura, mostrando la sua gloria sfolgorante.
Qual è il significato complessivo del testo?
Gesù, prima di affrontare i giorni della Passione e Morte, rivela agli apostoli la propria gloria altrimenti nascosta.
Gesù, prima di affrontare i giorni della Passione e Morte, rivela agli apostoli la propria gloria altrimenti nascosta.
Quella visione luminosa, conservata nella memoria del cuore, sarà di loro aiuto quando si troveranno immersi nell’oscurità della visione del Crocifisso sfigurato e morente. Fermiamoci, ora, su due particolari del racconto.
- Pietro, in preda allo stupore, per quanto sta osservando, esclama: “Signore, è bello per noi essere qui!”.
In tal modo l’apostolo ci ricorda la bellezza di essere alla presenza di Dio. E noi ci ritroviamo alla presenza di Dio ogniqualvolta viviamo l’esperienza della preghiera, soprattutto davanti all’Eucaristia. Non dimentichiamolo: pregare significa essere sull’alto monte, pregare vuol dire entrare nella gioia della presenza del Signore. - All’improvviso risuona una voce, quella del Padre e dice: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!”. L’ultima parola esorta gli apostoli a ritrovare, ancora una volta, la loro identità: quella di discepoli che ascoltano e seguono. In questa identità siamo chiamati a ritrovarci sempre tutti.
Nell’ascoltare e nel seguire consiste la nostra salvezza, perché la salvezza è nella parola del Signore e nella via che Egli percorre davanti a noi, con noi e per noi.
Una pagina dalla Lettera d’oro di Guglielmo di Saint Thierry ci aiuta a prolungare la meditazione.
“A colui che è eletto e amato da Dio, di quando in quando, si mostra un certo quale bagliore del volto di Dio, come un lume racchiuso fra le mani che appare e scompare secondo il volere di chi lo regge.
Così, attraverso quanto gli è concesso vedere come di passaggio e a sprazzi, l’animo si infiammerà d’ardore per il pieno possesso della luce eterna e per l’eredità della piena visione di Dio.
E affinché in qualche misura sia consapevole di ciò che gli manca, non è raro che la grazia come di striscio abbagli il senso di colui che ama, lo strappi a se stesso, lo rapisca nel giorno eterno, dal tumulto delle cose alle gioie del silenzio.
Là, per un momento, per un breve istante, l’Essere sussistente, in tutta la sua misura, si scopre a lui così come è; talvolta anche lo trasforma a sua immagine, affinché anch’egli sia, nella misura che può, ciò che lui è.
Quando poi l’eletto di Dio abbia imparato la distanza che separa il puro dall’impuro, viene restituito a se stesso e rinviato a purificare il cuore per la visione, a preparare l’animo alla somiglianza con Dio.
Così, se gli capiterà di essere nuovamente ammesso a simile grazia, sia più puro per vedere e più stabile per godere.
Non si coglie mai la misura dell’imperfezione umana come nella luce del volto di Dio, nello specchio della visione divina”.
Chiedo il dono della vostra preghiera per gli impegni della prossima settimana.
In particolare: – Lunedì 9 marzo: Lectio divina presso un monastero di Roma.
Altri impegni sono stati rinviati a motivo delle recenti disposizioni governative per la sicurezza della salute.
Al riguardo non dimentichiamo di pregare, da soli e insieme, soprattutto con la corona del Rosario.
Con l’augurio di una serena e santa Domenica, vi abbraccio con affetto nel Signore e vi benedico.
don Guido