Carissimi nel Signore, giunti alla IV Domenica di Avvento, formulo di vero cuore l’augurio più sentito di serena e santa Domenica, insieme all’augurio per un sereno e santo Natale di Gesù.
Con l’approssimarsi della celebrazione del mistero della Natività, la Chiesa ritorna più volte su Maria e la Sua divina maternità. Lo fa anche con il vangelo di oggi, nel quale l’Angelo, inviato da Dio, rassicura Giuseppe perché non abbia timore a prendere con sé Maria.
Da Lei nascerà Colui al quale sarà dato il nome di “Emmanuele”, che significa “Dio con noi”. Come è bello questo nome! E’ il nome davanti al quale si piega ogni ginocchio, in cielo e sulla terra.
E’ il nome che esprime l’amore sorprendente di Dio e la Sua condiscendenza ricca di misericordia. E’ il nome in cui è racchiusa la nostra salvezza. E’ il nome dolcissimo in cui tutta l’umanità trova il vero significato della vita e della storia.
In Maria ci è dato Gesù. Da Maria nasce Gesù. “Nulla è meglio di Gesù Cristo”, scrive sant’Ignazio di Antiochia. Ed Egli viene a noi in virtù della divina maternità di Maria. Maria, che è Madre del Signore, è anche Madre nostra nella via della fede e nel cammino della santità.
Prolunghiamo la nostra meditazione con l’aiuto di santa Caterina da Siena: O Maria mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra fruttifera. Tu, o Maria, sei fatta libro nel quale oggi è scritta la regola nostra. In te oggi è scritta la sapienza del Padre eterno, in te si manifesta oggi la fortezza e la libertà dell’uomo, perché è mandato a te l’Angelo ad annunciarti il mistero del consiglio divino e a cercare la volontà tua. Aspettava alla porta della tua volontà che tu gli aprissi, perché voleva venire in te; e giammai non vi sarebbe entrato se tu non gli avessi aperto dicendo: ‘Ecco l’ancella del Signore, sia fatto a me secondo la parola tua’. O Maria, dolcissimo amore mio, in te è scritto il Verbo dal quale noi abbiamo la dottrina della vita; tu sei la tavola che ci porgi quella dottrina. Io vedo questo Verbo, non appena egli è scritto in te, non essere senza la Croce del santo desiderio, ma appena egli fu concepito in te gli fu innestato e annesso il desiderio di morire per la salvezza dell’uomo, per la quale egli si era incarnato. O Maria, benedetta sia tu tra tutte le donne, perché oggi tu ci hai dato della farina tua. Oggi la Deità è unita e impastata con l’umanità nostra così fortemente che mai non si poté separare, né per morte né per nostra ingratitudine, questa unione”.