In questa Domenica, la XVII del Tempo Ordinario, ascoltiamo la pagina della Genesi, nella quale Abramo si intrattiene in dialogo con Dio, chiedendo con insistenza che Egli abbia pietà di Sodoma e Gomorra.
Il dialogo è particolarmente intenso e Abramo sta davanti al Signore con coraggio e fiducia, desideroso di ottenere grazia con la perseveranza della sua intercessione.
“Abramo gli si avvicinò e gli disse: Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?”
La preghiera coraggiosa e confidente di Abramo trova eco e riscontro nella pagina evangelica di san Luca. Gesù, infatti, dopo aver insegnato ai discepoli la preghiera del Padre nostro, li invita a rivolgersi al Padre con fiducia di figli, certi di essere ascoltati ed esauditi, perché amati.
“Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”.
I testi biblici ascoltati ci ricordano almeno due grandi verità.
- Anzitutto la paternità di Dio.
La preghiera cristiana è sempre una preghiera fatta nella più grande confidenza. Sappiamo di essere figli amati da un Padre che, come afferma san Paolo, “ha dato vita anche a voi… perdonandoci tutte le colpee annullando il documento scritto contro di noi”.
Nella croce del Signore questo infinito amore lo possiamo contemplare nello stupore del cuore. Ecco perché la nostra preghiera filiale inizia sempre con “Padre”.
- In secondo luogo la possibilità dell’intercessione.
Nella Sua mirabile Provvidenza, Dio ha voluto che tra noi ci fosse la possibilità di questo reciproco aiuto spirituale. Egli ascolta la nostra preghiera quando, con vero amore, portiamo davanti al Signore le richieste, le suppliche, i drammi, le sofferenze e le speranze dei nostri fratelli.
Si tratta di una grande carità, spesso nascosta ma tanto bella, che affina il cuore rendendolo sempre più simile a quello di Gesù, il grande Intercessore per la nostra salvezza.
Per entrambi queste verità può essere di aiuto alla nostra meditazione il seguente racconto, semplice e bello: “Il padre guardava il suo bambino che cercava di spostare un vaso di fiori moto pesante. Il piccolo si sforzava, sbuffava, brontolava ma non riusciva a smuovere il vaso di un millimetro.
Hai usato proprio tutte le tue forze? gli chiese il padre. Sì, rispose il bambino. No, ribatté il padre, perché non mi hai chiesto di aiutarti”.