La Chiesa pone sulle nostra labbra una bella invocazione: “Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda”. E’ il ritornello del Salmo responsoriale. Il “santo timore” non si identifica con la paura; è piuttosto un profondo senso di Dio, ricco di misericordia, che pervade la vita.
Ascoltiamo questo episodio sapienziale: «Un giorno stavo parlando con uno studente nel mio studio e, sul cavalletto, avevo appena finito di dipingere un volto di Cristo di grandi dimensioni. Ho chiesto allo studente: ‘Secondo te, chi guarda Gesù?’ ‘Guarda me’. Poi gli ho detto di alzarsi, di continuare a guardare Gesù e, passo passo, lentamente, venire dalla mia parte. Gli ho chiesto di nuovo: ‘Adesso sei da solo, hai la testa piena di pensieri cattivi, violenti. E Gesù?’. ‘Mi guarda’, risponde. Al passo successivo gli dico: ‘Sei con i tuoi amici, ubriaco, di sabato sera. E Gesù?’. ‘Mi guarda’, risponde ancora. Ancora un altro passo e gli chiedo: ‘Ora sei con la tua fidanzata, e vivi la sessualità nel modo in cui hai parlato, che ti turba la memoria. E Gesù?’. ‘Mi guarda con una grande compassione’. ‘Ecco – gli dico – quando sentirai addosso in tutte le circostanze della tua vita questo sguardo compassionevole e misericordioso di Gesù, sarai una persona veramente spirituale, sarai di nuovo completamente integro’».