IV Domenica di Avvento
Con il ritornello del salmo responsoriale, ripetiamo: “Canterò per sempre l’amore del Signore”. E’ il canto di stupore della Chiesa a motivo del mistero dell’Incarnazione. Tutti, probabilmente, abbiamo presente una simpatica figura del presepio. Davanti alla grotta della natività vi è un personaggio in atteggiamento estatico: ha le braccia sollevate al cielo, è inginocchiato per terra e i suoi occhi sono come rapiti da ciò che sta osservando: il Bambino-Dio. Questo personaggio dei nostri presepi ha un nome: si chiama “incantato”. Rappresenta la Chiesa, incantata di fronte al Verbo fatto carne.
In questi giorni chiediamo la grazia di ritrovare lo stupore e l’incanto del Natale; lo stupore e l’incanto per la bellezza del volto di Dio in Gesù. Rimaniamo nella contemplazione di questo mistero di salvezza e di vita, facendo nostra una composizione poetica attribuita a San Patrizio: “Oggi mi alzo e la forza di Dio mi guida: la potenza di Dio mi sostiene la saggezza di Dio mi accompagna l’occhio di Dio mi sorveglia l’orecchio di Dio mi ascolta la parola di Dio parla per me la mano di Dio mi difende la via di Dio è di fronte a me lo scudo di Dio mi protegge l’esercito di Dio mi salvaguarda”.