IV Domenica di Avvento C
Siamo giunti alla IV Domenica del Tempo di Avvento e ci disponiamo ormai a celebrare il Santo Natale. Con l’aiuto della parola del Signore che ci viene donata, desideriamo disporci a vivere con gioia e con frutto il grande mistero del Dio fatto Bambino per la nostra salvezza.
Ci vengono indicate tre vie di riflessione, di preghiera e di vita.
- 1 . Anzitutto, ascoltiamo dal libro del profeta Michea: “E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore di Israele”.
Colui che è grande, il Messia, nascerà in una città molto piccola. Quanto Michea descrive, ispirato in merito a ciò che sarà, si realizza in Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo per noi, Egli, infatti, nasce nella più piccola delle città di Giuda, Betlemme.
Dio entra nella storia per vie non corrispondenti alla attese umane. Egli si serve di ciò che è piccolo per fare cose grandi. Chiediamo la grazia di saper entrare sempre nel pensiero di Dio. - 2. Ascoltiamo, anche, dalla lettera agli Ebrei: “Ecco, io vengo, per fare, o Dio, la tu volontà”.
Queste parole sono messe in bocca al Signore Gesù, nel momento in cui entra nel mondo per la nostra salvezza. Quale realtà contempliamo nel Bambino di Betlemme? Quella del Figlio di Dio che in tutto si abbandona alla volontà del Padre.
Siamo chiamati a ricordare che il cuore della fede è proprio nella nostra obbedienza alla volontà di Dio, abbracciata e vissuta nella concretezza della vita. - 3. Ascoltiamo, infine, dal vangelo di san Luca: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.
Con queste parole Elisabetta si rivolge alla Madonna. Ella è beata in virtù della fede, del suo fidarsi di Dio. Ci avviciniamo al mistero del Natale ricordando che nella fede sta la gioia vera. Come Maria e con Maria siamo beati a motivo della fede, che è Via, Verità e Vita, Luce che illumina ogni passo del nostro cammino, anticipazione di eternità nel pellegrinaggio dell’esistenza.
Pensiamo, ora, al personaggio del presepio napoletano, di nome di Benino. E’ un pastore, e dorme tranquillo, come se nulla capitasse intorno a sé. Egli è il simbolo di tutti coloro che sono addormentati davanti al grande mistero della Natività del Salvatore.
Lo stesso Benino, però, lo ritroviamo anche davanti alla grotta del divino Bambino. Lì non è più addormentato, ma è incantato, davanti al mistero dell’amore di Dio in Gesù, tenerezza infinita.
Santo Natale, dunque: con l’augurio che per tutti noi si rinnovi l’esperienza di Benino: divenire incantati per l’Amore dopo essere stati addormentati davanti all’Amore.