Ascoltiamo la parola di Dio dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi: “Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele”. In queste poche parole, l’apostolo delinea il tratto fondamentale della sua missione e di quella di ogni sacerdote, chiamato dal Signore a essere Suo servo e amministratore dei beni della salvezza. Proprio in queste due parole sta il cuore della vita sacerdotale: servitore e amministratore. Il sacerdote, infatti, non ha nulla di suo, neppure la sua stessa vita. Dal momento in cui è stato chiamato, egli ha accolto la richiesta di Gesù di perdere la propria vita perché la vita stessa di Gesù sia presente nella sua. E poi, nessun bene di salvezza gli appartiene. Tutto è del Signore che glielo ha affidato perché ne divenisse dispensatore fedele: la Parola non è sua, i sacramenti non sono suoi, nulla è suo ma di Cristo. Preghiamo perché in ogni sacerdote risplendano sempre più il volto, il cuore, l’amore, il pensiero, la parola, la vita di Cristo.