Omelia – Solennità dell’Immacolata Concezione

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Omelia – Solennità dell’Immacolata Concezione

Tortona, Cattedrale.

 

Avete sentito che cosa scrive l’apostolo Paolo agli Efesini? Inizia il suo scritto così: “Benedetto sia Dio”. Queste parole le abbiamo ascoltate ma, forse, dovremo provare ad ascoltarle immaginando di più come Paolo le abbia scritte, quale risonanza abbiano avuto nel suo cuore. Se questo avviene, allora quelle parole le dovremo ascoltare in questo modo: “Benedetto sia Dio!”

Così Paolo le ha scritte, con questa risonanza nel cuore le ha trasmesse ai cristiani di Efeso: perché voleva sottolineare la bellezza di Dio, la sua grandezza, la sua potenza, il suo amore provvidente. Ciò che lui per primo aveva sperimentato, voleva comunicarlo alle sue comunità: “Benedetto sia Dio!”. E proprio in questo testo, Paolo usa un’espressione bellissima, sottolineando a che cosa Dio chiama ciascuno di noi. Scrive così: “Una lode della gloria di Dio”. È bellissima questa espressione! “Una lode della gloria di Dio”. Ciascuno di noi è chiamato a essere “una lode della gloria di Dio”.

 

Una giovane carmelitana, che la Chiesa ha riconosciuto santa, Elisabetta della Trinità, ha fatto di questa parola dell’apostolo Paolo il senso di tutta la sua vita; ha desiderato che in lei tutto fosse “una lode della gloria di Dio”.

Oggi, dunque, ci domandiamo: che cosa significa essere “una lode della gloria di Dio”? Lo domandiamo per capire di più la bellezza di questa parola, per entrare maggiormente dentro lo splendore di questa chiamata che tutti ci riguarda. Che cosa è la gloria di Dio? La gloria di Dio è, anzitutto, la sua potenza, la sua grandezza.

Quando ci poniamo al di sotto di un cielo stellato, quando il nostro pensiero va alla creazione e all’universo, spesso non rimaniamo abbagliati da questa grandezza e da questa potenza da cui siamo avvolti. Lo sapete che il diametro della terra è di 13.000 chilometri? Quanto è grande la terra! Ma lo sapete quanto misura il diametro del sole? Più di un milione di chilometri! E lo sapete quanto misura una stella della nostra galassia che si chiama Antares? Più di un miliardo di chilometri! E lo sapete quanto ci vuole per percorrere lo spazio della nostra galassia, la Via Lattea? Centomila anni luce! E lo sapete quante galassie esistono nell’universo? Cento miliardi!

Allora, quando ci fermiamo un istante e contempliamo l’universo, davvero non possiamo fare a meno di pensare alla gloria di Dio che si manifesta nella grandezza, nella potenza, nell’immensità. Ci sentiamo così piccoli!

Ma – e questo, davvero, ci sconvolge ancora di più – Dio che ci appare in tutta la sua potenza, grandezza, immensità, che cosa fa? A un certo punto della storia si fa piccolo, a tal punto da entrare nel grembo di una donna, si fa piccolo a tal punto da nascere bambino, si fa piccolo a tal punto da balbettare le parole di un bambino; si fa piccolo a tal punto da calpestare questa nostra piccola terra; si fa piccolo a tal punto da patire, rimanere crocifisso, morire, risorgere. Questo Dio così grande, così potente, così immenso decide di farsi piccolo a tal punto. Perché? Per amore!

Qual è, dunque, la gloria di Dio? È la sua grandezza, la sua potenza, la sua immensità, la sua eternità; ma, anche e soprattutto, il suo amore che ci stordisce, perché è un amore potente, un amore grande, un amore immenso, un amore eterno, che arriva fino a quel punto.

Essere “lode della gloria di Dio” significa riconoscere tutto questo e rimanerne stupiti, rimanerne meravigliati, rimanerne affascinati e vivere così: con la parola e con la vita, esprimere la lode della gloria di Dio.

 

Come mai, allora, a volte non ci riusciamo? Perché, tanto spesso, la nostra esistenza non è nella parola e nei fatti “una lode della gloria di Dio”? Perché c’è il peccato che oscura il nostro sguardo, rende difficile la nostra capacità di riconoscere la gloria di Dio, non ci consente di contemplare la potenza e la grandezza di Dio, non ci aiuta a riconoscere l’amore sorprendente e splendido di Dio. Questo è il motivo per cui non riusciamo a essere e a vivere come lode della gloria di Dio.

E come si esprime questo peccato? Si esprime nella paura: perché il peccato ci rende paurosi nei confronti di Dio, quasi che Dio non fosse per noi e dalla nostra parte. Si esprime con l’orgoglio: quell’orgoglio che ci fa pensare che la vita si realizzi nel momento in cui ci facciamo autonomi dal Signore e non dipendenti da Lui. Si esprime nella tristezza: che ci impedisce di cogliere la bellezza della vita e il disegno di amore che Dio ha sulla vita, sulla nostra vita rendendoci tristi, appesantiti, senza speranza. Si esprime nel dubbio: la perplessità che Dio, davvero, sia amore e che ci voglia bene, che la sua parola sia buona e non ci abbandoni mai, che tutto abbia un senso perché Egli, davvero, ci porta sul palmo della mano e al centro del suo cuore. Si esprime nella divisione: quella divisione interiore che ci toglie pace, quella divisione tra noi che ci toglie pace, quella inimicizia che ci toglie pace.

Il peccato ci impedisce di contemplare, riconoscere, gustare la gloria di Dio e, dunque, ci impedisce di essere “una lode della gloria di Dio”.

 

Perché abbiamo ricordato questo proprio nel giorno dell’Immacolata Concezione di Maria? Perché Maria, dal momento che è Immacolata, è senza peccato, è colei che più di ogni altra creatura è stata ed è “lode della gloria di Dio”. Nessuno come Lei ha riconosciuto la grandezza, la potenza e l’immensità del Signore; e nessuno come Lei ha riconosciuto, gustato, fatto proprio l’amore del Signore che si è calato in Lei, fatto prossimo per Lei, resosi vita della sua vita. Nessuno come Lei ha contemplato e riconosciuto la gloria di Dio e, dunque, nessuno come Lei è “lode della gloria di Dio”.

Oggi, celebrando Maria, vogliamo chiederle un grande aiuto: che guardandola, standole vicina, rivolgendole la nostra preghiera, possiamo essere anche noi un po’ di più “una lode della gloria di Dio”, come è stata Lei. Io, però, immagino la Madonna – immaginiamola insieme – mentre accoglie ciascuno di noi, accoglie il nostro sguardo rivolto a Lei, accoglie la nostra preghiera innalzata verso di Lei, accoglie il nostro desiderio di poter essere un po’ come Lei “lode della gloria di Dio”. Che cosa vieni a dirci la Madonna? «Se vuoi essere, davvero, “una lode della gloria di Dio”, il peccato non può essere nella tua vita. Devi sperimentare la misericordia del Signore, devi sperimentare il perdono del Signore, devi sperimentare quella bellezza che deriva dalla grazia di Dio in te e che debella il peccato e il male presenti nel tuo cuore».

E questo come accade? Come accade ordinariamente nella vita di tutti noi? Con quel sacramento tanto bello, quanto da noi dimenticato, che è il sacramento della riconciliazione, la confessione. Sapete come sperimentare la bellezza, la gioia, l’entusiasmo di essere gloria di Dio? Sperimentando la sua misericordia, il perdono in quel sacramento di cui tante volte ci dimentichiamo e che il Signore ci ha lasciato in dono, perché la nostra vocazione potesse realizzarsi: potesse realizzarsi la chiamata a essere lode della gloria di Dio, con tutta la gioia, l’entusiasmo, la pace che questo dona al nostro cuore e alla nostra vita.

 

Noi oggi, dunque, incontriamo la Madonna, in Lei riconosciamo la “tutta bella” – “Tota pulchra” canteremo –, riconosciamo la “tutta bella” perché il peccato non è in Lei – “macula originalis non est in te” canteremo –. E mentre riconosciamo questa bellezza a motivo dell’assenza del peccato, questo suo essere “lode della gloria di Dio” a motivo dell’assenza di peccato, avvertiamo il desiderio di essere un po’ di più come Lei, di imitarla. E, allora, avvertiamo anche l’esigenza di sgombrare il cuore dal peccato e dal male, di sperimentare la bellezza della misericordia di Dio, di gustare fino in fondo la straordinarietà del suo perdono che non ci è mai negato, confessando la nostra miseria, le nostre colpe, la nostra povertà.

Allora, davvero, potremo essere anche noi “lode della gloria di Dio”; e potremo dire come san Paolo, con il suo stesso cuore, con il suo stesso slancio, con il suo stesso entusiasmo: «Benedetto sia Dio!». Maria oggi lo dice con noi. Noi diciamolo con Lei: «Benedetto sia Dio, perché ha voluto fare di noi una lode della sua gloria!».

Trascrizione da registrazione audio