Omelia – Solennità della Madonna della Guardia

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Omelia – Solennità della Madonna della Guardia

Tortona. Santuario della Madonna della Guardia

 

In questa splendida solennità della Madonna della Guardia, la Chiesa ci invita a rivolgere la nostra preghiera a Maria chiamandola così: “la nostra celeste custode”. Che bello questo appellativo “celeste custode”! Ma la preghiera non si accontenta di suggerire questo appellativo per rivolgerci a Maria, e sottolinea che Lei è custode perché ci aiuta a custodire in noi la grazia della salvezza che abbiamo ricevuto in Gesù Cristo.

È importante che facciamo memoria di quanto la preghiera della Chiesa mette sulle nostre labbra: oggi ci rivolgiamo a Maria “celeste custode”, perché ci aiuti a custodire in noi la grazia e la salvezza che abbiamo ricevuto in Gesù Cristo.

 

Che cosa significa custodire in noi la salvezza che abbiamo ricevuto in Gesù? Mi servo di un’immagine, forse molto semplice e magari non del tutto adatta né pienamente corrispondente alla realtà, ma che nella sua semplicità ci viene in aiuto per capire che cosa significa custodire in noi il dono della salvezza.

A me è capitato – forse anche ad alcuni tra voi – di entrare in un negozio, magari in un bar o in un ristorante, acquistare o consumare, e poi di recarmi alla cassa per chiedere il conto e di rimanere stupito e meravigliato perché quel conto, che sarebbe stato a mio carico, qualcuno l’aveva già pagato al mio posto. Quale meraviglia, quale stupore!

Ho acquistato, ho consumato, ero pronto a fare il mio dovere di pagare il mio debito, ma qualcuno aveva già pagato per me, in anticipo. Quale meraviglia desta un’esperienza così! Quale stupore, quale gioia, quale desiderio di andare a cercare colui che, al mio posto e per affetto a me, ha pagato, ha fatto questo gesto di amore così inaspettato e sorprendente. E come il cuore si mette in movimento! Si mette in movimento perché quell’esperienza ha cambiato il cuore.

 

Che cosa è, dunque, la salvezza? È ciò che al nostro posto, per noi, ha fatto il Signore. Ciò che avremmo dovuto fare noi, ciò che avremmo dovuto pagare noi, è già stato pagato da Colui che ci ama in modo sorprendente, straordinario, mirabile: il Signore Gesù. Perché è Lui che è morto per sottrarci alla morte, è Lui che ci ha amato sottraendoci alla forza e alla prepotenza del peccato, è Lui che ci ha amato per primi, rendendoci possibile la vita nuova dei figli, cambiandoci il cuore e donandoci la partecipazione alla Sua stessa vita.

Qualcuno ha pagato in anticipo per noi, perché ci ama immensamente. Questa è la salvezza che, ancora una volta, oggi, durante questa celebrazione, riviviamo. Perché nell’Eucaristia riviviamo la storia di amore con il quale il Signore ci ha salvato e continuamente ci salva, donandoci sé stesso, donandoci tutto.

 

A me pare che, troppe volte, nel nostro vocabolario di fede, nel nostro linguaggio cristiano, usiamo le parole: dovere, impegno, fatica. Certo! La vita di fede è anche questo – come sempre lo è la vita, e per tutti –; ma la vita di fede, prima e molto di più, è qualcosa d’altro: è lo stupore, la meraviglia, la gioia, la gratitudine per un’esperienza di amore – quello di Dio – che ci precede sempre e che ci salva. In tal modo, la nostra risposta all’amore che precede non è, anzitutto, un impegno, un dovere, una fatica, ma un’esigenza del cuore che è stato toccato dall’amore, che è stato trasformato dall’amore cambiando tutto nella nostra vita: il modo di vedere le cose, di giudicarle, di viverle.

Questa è la vita di fede e la vita cristiana, anzitutto! Una meraviglia e uno stupore per un dono che ci precede; una meraviglia e uno stupore per un amore che ci avvolge; una meraviglia e uno stupore per una salvezza che ci è stata data, una volta per tutte, e che si rinnova, ogni giorno, nel cammino del nostro pellegrinaggio terreno. Da questa meraviglia e da questo stupore per la salvezza d’amore che il Signore ci dona, ecco che si sprigiona, giorno dopo giorno, ciò che corrisponde a quanto abbiamo ascoltato a proposito di Maria, nella pagina del Vangelo: “Maria si alzò e andò in fretta”.

Perché Maria si alzò e andò in fretta? Perché aveva toccato con mano, con stupore e con meraviglia, l’amore che il Signore aveva avuto per Lei, la salvezza con la quale il Signore le aveva cambiato la vita. Allora, si è alzata ed è andata in fretta.

Qui sta tutta nostra vita cristiana, perché noi siamo uomini e donne che, ogni giorno, ci alziamo e andiamo in fretta. Andiamo in fretta a donare la nostra vita, sempre e in ogni situazione, andiamo in fretta ad annunciare il Vangelo, andiamo in fretta per farci prossimi a chi è nel bisogno, andiamo in fretta perché Dio possa essere incontrato da tutti, andiamo in fretta perché non possiamo più fare a meno di andare in fretta per donare la vita. Andiamo in fretta, ci alziamo! Ma perché? Perché siamo stati toccati dall’amore salvifico del Signore e questo amore ci tocca in continuazione e mette in movimento il cuore e l’esistenza.

Diceva sant’Agostino: “Chi ama non fatica, e se fatica, ama anche la stessa fatica”. Questo è l’animo cristiano, questo è il centro della fede! Noi non fatichiamo perché siamo amati e amiamo, e, se fatichiamo, amiamo anche quella fatica a motivo quell’amore che portiamo dentro, per quella salvezza che ci è stata donata, per la bellezza di quel Signore che non ci abbandona mai e che è il senso di tutto ciò che siamo e ciò che viviamo.

 

Ecco, oggi ci rivolgiamo alla Madonna, la invochiamo come “celeste custode” e le diciamo: «Aiutaci! Aiutaci a custodire in noi il dono della salvezza che abbiamo ricevuto in Gesù! Aiutaci perché non ricadiamo nella fatica da schiavi e da servi, perché non ricadiamo in quella pesantezza che ci fa avvertire la fede soprattutto come un dovere e un impegno, ma rimaniamo in quella gioia tipica dei figli che, proprio perché amati perdutamente da Dio, vivono la propria vita donandosi senza riserve, con amore, con leggerezza, alzandosi e andando in fretta, perché non possono più farne a meno».

Questa sia la nostra vita cristiana! Questa sia la nostra vita di fede! Sia sempre questa l’esperienza della salvezza, dell’amore di Dio per noi, che diventa amore ed esigenza di dono nel nostro cuore. Maria sia nostra custode! E siano anche nostri, ogni giorno della vita, la sua gioia, la sua bellezza, la sua freschezza, il suo alzarsi felice per andare e andare in fretta.

 

Maria, celeste custode, aiutaci a custodire in noi la grazia inestimabile della salvezza che abbiamo ricevuto in Cristo Gesù. Aiutaci a sperimentare, ogni giorno, quanto siamo amati da questo straordinario e bellissimo Signore; e aiutaci, a partire dall’esperienza rinnovata e continua di questo essere amati, ad amare volando, ad amare camminando con gioia, ad amare con il sorriso nel cuore e negli occhi. Ad amare sempre, sempre, sempre!

Trascrizione da registrazione audio