Omelia – Solennità della Beata Vergine Maria Assunta

Home / In Evidenza / Omelia – Solennità della Beata Vergine Maria Assunta

Omelia – Solennità della Beata Vergine Maria Assunta

Santa Messa nella solennità della Beata Vergine Maria Assunta

Tortona. Cattedrale

 

Pensando alla bellissima solennità dell’Assunta, che celebriamo nel cuore dell’estate, mi è tornata alla mente un’espressione molto significativa di sant’Agostino: “Salvati dall’amore, cantiamo un canto nuovo”. Mi piacerebbe molto che questa frase, così sintetica ma anche così ricca di Agostino, potesse rimanere, oggi, impressa nel nostro cuore, perché, davvero, fa sintesi della solennità dell’Assunta.

 

“Salvati dall’amore, cantiamo un canto nuovo”. “Salvati dall’amore”. Qualche giorno fa, uno dei nostri atleti che ha partecipato alle Olimpiadi e che ha anche vinto la medaglia d’oro, ha rilasciato una breve intervista, della quale un passaggio mi ha particolarmente toccato. Ed ecco il motivo. L’intervistatore diceva all’atleta: «Finalmente hai raggiunto ciò che attendevi, ciò che speravi, ciò per cui ti sei preparato per lungo tempo». E l’atleta ha risposto così: «È vero! Ho raggiunto ciò che speravo. Per tanto tempo ho faticato, mi sono allenato, ho atteso. Ora ho raggiunto l’obiettivo». Poi, dopo un istante di silenzio, ha aggiunto: «E adesso?».

È una parola che colpisce profondamente, perché in un modo molto semplice, ma anche profondo, rivela che nulla è capace di placare le attese e la sete del cuore. Neanche una medaglia d’oro olimpica attesa, desiderata, bramata, per la quale si sono spesi tempo, energie… No! Neppure quella placa la sete del cuore. Il cuore desidera una pienezza di vita vera. E, oggi, l’Assunta ci parla proprio di questo, di una pienezza di vita vera; perché noi desideriamo, alla fine, soltanto questo: un’eternità nella quale, amati per sempre, siamo, in anima e corpo, nell’abbraccio di Dio, dove non ci saranno più né pianto, né lacrime, dove non ci saranno più il male e il peccato, dove saremo nella gioia senza fine dell’amore di Dio, perché salvati dal suo amore.

“Salvati dall’amore!” Oggi, guardando l’Assunta, contempliamo l’anticipo di ciò che riguarda tutti noi e che già, in quanto discepoli del Signore e viventi in grazia, sperimentiamo in questa vita. Sì! Siamo “salvati dall’amore” già qui, ma lo saremo per sempre in quella pienezza di vita che è l’abbraccio di Dio. Noi, eternamente vivi, anima e corpo, nel cielo del Signore: questa è l’unica realtà che risponde, davvero, alle attese del cuore e le sa placare, perché, tornando ad Agostino, il nostro cuore è inquieto assetato, desideroso, finché non riposa in Dio, nella sua pienezza di vita, nella salvezza del suo amore.

Ecco, oggi, guardando l’Assunta, ricordiamo che siamo “salvati dall’amore” e soltanto questa salvezza d’amore è pienezza di vita, che placa il nostro cuore inquieto, assetato, desideroso.

 

“Salvati dall’amore, cantiamo un canto nuovo”: non a caso, oggi, nella liturgia riascoltiamo il Magnificat della Madonna e così, brevemente, ripercorriamo ciò che ella ha vissuto nella visitazione alla cugina Elisabetta. Questa pagina di Vangelo – certo, in particolare con il Magnificat – è il canto nuovo di colei che ha sperimentato la salvezza dell’amore di Dio. E come si esprime questo canto nuovo?

È un canto di carità, perché Maria va dalla cugina per darle aiuto, sostegno e conforto. È un canto di annuncio, perché va dalla cugina per annunciarle che il Signore nascerà in lei. È un canto di ringraziamento, perché Maria non può fare altro che effondere il suo cuore in un rendimento di grazie, felice, per ciò che il Signore ha fatto per lei.

Noi, salvati dall’amore, non possiamo fare altro che cantare questo canto nuovo con la vita: un canto di carità, vivendo nella donazione di noi stessi; un canto di annuncio, raccontando a tutti la bellezza dell’incontro con il Signore, che ha salvato e riempito il nostro cuore; un canto di ringraziamento, perché non possiamo fare altro che dire “Grazie, grazie, grazie” al Signore, che si è fatto a noi vicino e che ci ha portato alla pienezza della vita.

 

Questa è quella vita cristiana che, oggi, la solennità dell’Assunta ci ricorda in un modo bellissimo. Siamo salvati dall’amore, perché il Signore nel suo amore ci dona la pienezza della vita già qui e, in modo definitivo, nel suo paradiso. E salvati dall’amore, con la gioia nel cuore, non possiamo fare altro che cantare quel canto nuovo che è un canto di carità, un canto di annuncio, un canto di rendimento di grazie.

Alla Madonna, oggi, domandiamo questo: la parola di Agostino, che sintetizza così bene la grande solennità dell’Assunta, non soltanto possa rimanere piantata nel nostro cuore, ma possa diventare vita della nostra vita, esperienza quotidiana, stile di esistenza, istante dopo istante.

“Salvati dall’amore, cantiamo un canto nuovo”: possa essere così per tutti e per ciascuno di noi. Buona Assunta!

Trascrizione da registrazione audio