Santa Messa per le famiglie della Diocesi – Vigilia dell’Incontro mondiale delle Famiglie a Roma
La Parola del Signore ci raggiunge sempre come vera provvidenza nel cammino della nostra vita. Ed è così anche questa sera: la Parola di Dio che abbiamo ascoltato e che ci è donata in questo giorno è parola di vera provvidenza per ciascuno di noi, certamente, e per ognuna delle nostre famiglie, per voi famiglie presenti qui questa sera nella chiesa cattedrale.
Il re di Assiria, Sennacherib, usa una parola che ci interpella. Si rivolge al re Ezechia e dice: «Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi», ed Ezechia risponde confidando in Dio e pregando.
Perché questa parola ci interpella? Perché, in realtà, la parola che risuona sulle labbra di Sennacherib è una parola che risuona continuamente nel cuore di ogni famiglia; ed è una parola infida, maligna che mette il tarlo del dubbio nel cuore della famiglia e a ciascuna dice: «Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi». Il che vuol dire: “Non prestare fede al fatto che Dio ami la famiglia, non credere che Dio abbia uno sguardo buono sulla famiglia, non pensare che Dio ti dica tutta la verità sulla famiglia”.
«Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi». Non ti illuda: non credere che la verità della famiglia sia nella fedeltà di un amore che non passa. Non ti illuda: non pensare che la verità della famiglia sia nell’apertura generosa alla vita. Non ti illuda: non pensare che la verità della famiglia stia nella bellezza della castità. Non ti illuda: non pensare che la verità della famiglia stia in un reciproco donarsi complementare tra l’uomo e la donna. Non ti illuda: non pensare che il disegno di Dio creatore sulla famiglia sia vero oppure sia davvero tutto e completo e non ci sia altro.
Non ti illuda il tuo Dio. Non è forse vero che questa parola maliziosa e infida risuona nel cuore di tante famiglie? Nella famiglia di oggi? E suggerisca alla famiglia questo drammatico dubbio: che Dio non sia alleato della famiglia e che la Sua parola sulla famiglia non sia né la verità, né la bellezza, né la gioia ma che una tale verità, una tale bellezza e una tale gioia si trovino altrove: non nella fedeltà dell’amore, non nell’apertura alla vita, non nella castità dell’amore, non nella complementarietà del reciproco donarsi tra l’uomo e la donna, non nel disegno che Dio creatore ha voluto per ciascuna famiglia umana.
Ezechia ha risposto rinnovando la propria confidenza in Dio e pregando. La famiglia di oggi, ogni nostra famiglia, è chiamata a rispondere così a questa voce maligna, a rinnovare la propria confidenza nel Signore, a credere cioè al Suo disegno sulla famiglia, alla Sua volontà sulla famiglia, alla Sua parola sulla famiglia; a credere che proprio in quella volontà, in quella parola, in quel disegno sta la bellezza e la gioia di ogni famiglia; e a pregare, sostenendo così il proprio cammino.
«Forte è l’amore di Dio per noi»: abbiamo ripetuto cantando con il ritornello del salmo responsoriale. Noi rispondiamo così a quella voce che si insinua nelle pieghe del cuore. «Non è vero quello che tu insinui perché forte è l’amore di Dio per noi, forte è l’amore di Dio sulla famiglia, forte è la verità di Dio sulla famiglia, forte è la bellezza del progetto di Dio sulla famiglia». Ecco che cosa ci ispira questa sera una parola che davvero è del tutto provvidenziale.
Preghiamo, dunque, e confidiamo; e che preghiera e confidenza si nutrano reciprocamente perché la nostra preghiera darà forza alla nostra fiducia in Dio e la nostra fiducia in Dio si esprimerà nella nostra preghiera.
Ripartiamo da questa sera mettendo al centro della nostra vita familiare preghiera e fiducia nell’amore di Dio, che significa preghiera e fiducia nel disegno che nel suo amore il Signore ha su ciascuna delle nostre famiglie.
Nella pagina del vangelo, in sequenza, abbiamo ascoltato – potremmo dire – tre raccomandazioni per la vita delle nostre famiglie.
La prima la si può tradurre con un linguaggio che era caro a Giovanni Paolo II: nella vita di ogni famiglia, come nella vita di ciascuno di noi c’è una legge della gradualità, ma non c’è una gradualità della legge. È vero, tutti siamo chiamati a compiere un cammino. Ma il nostro è un cammino che va verso l’alto, un cammino durante il quale non ci viene tolta dagli occhi e dal cuore la meta. Il nostro cammino va verso la meta, la meta di quella famiglia secondo il disegno di Dio nella quale si può vivere con la forza dello Spirito del Signore. Il cammino è quotidiano, certo, ed è un cammino di crescita costante che si orienta alla meta perché il Signore è con noi, lo Spirito è con noi e ci dà la possibilità con la sua grazia di sperimentare la bellezza e la gioia di vivere in pienezza la famiglia secondo la vocazione che il Signore le ha dato. È importante che lo ricordiamo per noi, è importante che lo ricordiamo anche per quelle famiglie che ci sono affidate. La bellezza e la pienezza del disegno di Dio sulla famiglia è per tutte le famiglie. Quella bellezza e quella pienezza è per tutti, tutti le possono raggiungere e tutti hanno il diritto di poter sperimentare la gioia che ne scaturisce.
Una seconda raccomandazione: la vita della famiglia si realizza dove vi è un reciproco dimenticarsi a favore dell’altro. Come è importante che ricordiamo questo, in un tempo nel quale spesso non è l’amore vero il centro, ma ciò che costituisce emozione e sentimento. È davvero decisivo recuperare tutta l’ampiezza dell’amore autentico, quale il reciproco donarsi mettendo l’altro al centro.
Proprio il vangelo di oggi ci ricorda che dobbiamo pensare a noi; ma solo nella misura in cui pensare a noi mette in condizione di pensare agli altri, perché ci fa scoprire il desiderio dell’altro, l’attesa dell’altro, il bisogno dell’altro che ritrovo specchiato nella mia attesa, nel mio desiderio, nel mio bisogno. La famiglia si realizza dove ciascuno si dimentica di sé, perché l’altro possa trova la pienezza del cuore.
E la terza raccomandazione: Gesù Cristo è la verità e, dunque, la via per avere la vita. Non ve ne è un’altra. Ecco perché ogni famiglia non può che avere al suo centro, al suo cuore proprio Lui, il Signore Gesù che conosce fino in fondo il segreto della famiglia umana, che sa fino in fondo quale è la bellezza della famiglia umana, che dà – soltanto Lui – la gioia alla famiglia umana, che è la luce per il cammino di ogni famiglia umana. Gesù Cristo sia al centro di ogni famiglia. Egli è la, verità che indica la via perché possiamo avere la vita vera come famiglie.
Paolo VI amava dire: “La vita cristiana non sempre è facile ma certo è sempre felice”. Anche riascoltando queste raccomandazioni del vangelo la parola di san Paolo VI è attualissima. È vero: non sempre il cammino della famiglia che voglia realmente realizzare il progetto di Dio è facile, ma è sempre felice; e in quel cammino sta tutta la gioia e la bellezza del cuore della famiglia.
Di questa gioia e di questa bellezza voi, famiglie cristiane, siete l’annuncio nel mondo di oggi. Non dimenticatevi questo mandato, questa missione così decisiva: essere il vangelo della famiglia nel nostro tempo. Il vangelo, cioè la bella notizia sulla famiglia nel nostro tempo. Non dimenticate: la bella notizia sulla famiglia nel nostro tempo va annunciata e testimoniata ed è una: è il disegno di Dio creatore che si rende pieno in Gesù Redentore. Non vi è un altro annuncio che riguardi la gioia e la bellezza della famiglia.
Siate fedeli a questo annuncio e allora sarete davvero testimoni belli, gioiosi, capaci di affascinare, anche nel nostro tempo, la realtà di ogni famiglia.
Preghiamo per questo tutti insieme, perché voi famiglie cristiane e ogni famiglia cristiana della nostra Diocesi sia un vangelo della famiglia nel mondo di oggi, una notizia bella che affascina, ancora una volta, all’unica verità sulla famiglia che rende gioiosa e bella la vita, quella di Dio in Gesù Cristo.
Trascrizione da registrazione audio