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Omelia – Santa Messa per le Esequie di Mons. Luigi Quaglini
Il passaggio dal mondo pagano antico al mondo cristiano è stato segnato da un particolare decisivo per la storia dell’umanità e di ciascuno di noi. Il mondo pagano era un mondo pieno di paure e di angosce. Perché? Perché in quel mondo il cielo era oscuro e, se non era oscuro e disabitato, era abitato da una molteplicità di divinità bizzarre, a volte cattive, spesso ostili alla storia degli uomini. Questo mondo, tramontato, ha lasciato il posto a un altro mondo, a quello cristiano, nel quale il cielo è sgomberato da ogni oscurità e da ogni presenza cattiva, bizzarra e concorrente della felicità degli uomini. Questo mondo è abitato da un Dio che è Padre.
Il passaggio dal mondo pagano al mondo cristiano segnò il passaggio dalla paura e dalla angoscia alla pace, alla fiducia e alla speranza. Fu questo un dato fondamentale che agevolò la conversione al cristianesimo. È questo passaggio che in alcuni decenni segnò la storia dell’umanità. Un’umanità che dalla angoscia e dalla paura passava alla fiducia, alla speranza e alla pace. Poteva alzare gli occhi in alto senza timore, ma con la certezza di essere guardata e amata.
Per noi è consuetudine rivolgerci a Dio e dire “Padre”, ma per il mondo pagano no. Non poteva rivolgersi a dio e dire padre; noi sì! Ci possiamo rivolgere a Dio e far risuonare sulle nostre labbra questo termine “Padre”, che riempie la vita e riempie il cuore, di pace di fiducia e di speranza.
Oggi abbiamo ascoltato, nella bella solennità di Cristo Re: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine, l’Onnipotente”. È una bellissima descrizione di chi è Dio nella nostra vita e nella nostra storia. È il principio e la fine, l’alfa e l’omega, ovvero Colui che ha nelle sue mani la nostra storia e la nostra vita. Ed è onnipotente, perché è onnipotenza di amore. La nostra storia e la nostra vita, dunque, sono nelle mani e nell’abbraccio, dall’inizio alla fine, di Colui che è onnipotenza di amore. Ecco perché possiamo camminare nella fiducia, nella pace e nella speranza, sempre; quando guardiamo al passato, un passato che a volte ci pesa, sappiamo che questo passato è nel cuore e nelle mani di un Dio che è onnipotenza di amore; quando viviamo il presente, a volte faticoso, difficile, sappiamo che questo nostro presente è nelle mani e nel cuore di un Dio che è onnipotenza di amore; e quando guardiamo al futuro, che a volte umanamente ci spaventa e ci turba, sappiamo che il futuro è nelle mani e nel cuore di questo Dio che è onnipotenza di amore.
Per noi, che abbiamo avuto la grazia di incontrare Gesù, davvero la storia cambia volto, la vita cambia volto, perché è dentro questo abbraccio di amore che tutto avvolge, che tutto segna e che tutto conduce. Alfa e omega, principio e fine, tutto è dentro questa onnipotenza dell’amore di Dio, che si rivela nel volto di Gesù.
Papa Giovanni, San Giovanni XXIII, era solito dire: “Siamo nelle mani di Dio e siamo in buone mani”. È ciò che dovremmo dire anche noi, è ciò che siamo chiamati a dire oggi, perché la Solennità di Cristo Re, che ci ricorda che il Signore è il principio e la fine, ed è l’onnipotenza di amore per noi, ci porta a dire proprio così: “Siamo nelle Sue mani e siamo in buone mani”. Siamo nel Suo abbraccio e siamo in un abbraccio che ci dona tanta consolazione, conforto e speranza.
Questo vale sempre, vale sempre per tutti noi e ci dona uno sguardo nuovo sulla vita. Questo vale oggi, nel momento nel quale ricordiamo e portiamo davanti al Signore il nostro monsignor Luigi. Noi guardiamo a questa bara che contiene le spoglie mortali di monsignor Luigi non come a quattro assi di legno fredde che ci derubano per sempre di questo sacerdote fedele, generoso buono e da noi amato. No! Queste quattro assi non ci derubano di lui, perché monsignor Luigi è nelle mani e nell’abbraccio del Signore che è onnipotenza di amore.
Allora per noi, oggi, celebrare le sue esequie non è motivo di tristezza, né tantomeno di disperazione, ma atto che compiamo con fiducia, con speranza e nella pace. Perché guardiamo lì, sotto questi gradini del presbiterio e non vediamo semplicemente una cassa mortuaria: vediamo l’abbraccio e la mano del Signore che prende con se il nostro monsignor Luigi. E, dunque, possiamo dire: “È in buone mani perché è nelle mani di Colui che è principio e fine, alfa e omega di tutto, onnipotenza di amore che sconfigge il peccato, il male e la morte; sempre, per tutti noi e per il nostro amato don Luigi.
Trascrizione da registrazione audio