Omelia – Santa Messa nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes

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Omelia – Santa Messa nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes

Omelia – Santa Messa nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes

Omelia – Santa Messa nella memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes

Giornata Mondiale del Malato

 

«Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce», è il ritornello del Salmo Responsoriale che abbiamo ripetuto più volte. Questa sera possiamo ascoltare la voce del Signore che ci ha parlato e continua a farlo attraverso la bocca della Madonna. A Lourdes, infatti, la Madonna ha parlato, facendosi eco della parola e della voce di Dio. È proprio importante che insieme alla Liturgia, in questo momento e nel silenzio del cuore, ripetiamo: «Fa’ che ascoltiamo, Signore, la tua voce». Quella voce che ancora una volta, ci raggiunge attraverso la Madonna.

Quali sono le due grandi parole che la Madonna ci ha consegnato per il tramite di Bernadette?

Conversione e preghiera.

Due parole che vengono a noi dal Cielo e che ci aiutano: accogliendole e vivendole la nostra vita in terra potrà essere maggiormente in sintonia con il Cielo.

La prima parola è conversione. Noi sappiamo come Lourdes sia un luogo di conversione.

È lunghissima la lista di quanti, andando a Lourdes, hanno trovato o ritrovato la fede. Lourdes non è soltanto il luogo in cui si recupera la guarigione fisica, ma è anche e soprattutto il luogo nel quale si recupera la guarigione del cuore e dell’anima. Tra le tante “avventure” di conversione, vogliamo ricordarne una che, probabilmente, tutti conosciamo.

Mi riferisco a quella che ha avuto come protagonista il Premio Nobel per la Medicina, Alexis Carrel, che proprio a Lourdes si recò da ateo e ritornò credente. In modo fortuito – in realtà provvidenziale – si ritrovò sul treno che partiva per Lourdes per i consueti pellegrinaggi degli ammalati.

Aveva dovuto sostituire un suo collega medico. Su questo treno incontrò una giovane ragazza, gravemente malata, ormai senza speranza di vita, eppure decisa ad andare a chiedere la grazia di guarigione alla Madonna. La giovane si chiamava Marie. Fin da subito Carrel ne fu incuriosito, le stette vicino, la considerò attentamente nella sua malattia e da medico scrupoloso volle vedere la sua cartella clinica. Una volta arrivati a Lourdes la seguì, momento dopo momento, fino a quando non si trovarono insieme davanti alla grotta, proprio sotto l’immagine della Madonna. E lì avvenne il miracolo. Uno dei miracoli ufficialmente riconosciuti a Lourdes. La ragazza, ormai prossima alla morte, con il ventre gonfio per la malattia, davanti alla Madonna, in modo istantaneo, trovò la guarigione fisica. Il ventre si sgonfiò e lei recuperò la salute. Carrel rimase scioccato da un fatto a cui non poteva credere come scienziato ateo, ma di fronte alla quale non poteva tirarsi indietro perché aveva visto con i suoi occhi, aveva toccato con le sue mani. Per una notte intera rimase sveglio, vivendo un dramma interiore, passeggiando nervosamente davanti alla basilica di Lourdes. Al mattino si decise e disse: «Madonna, io credo». E da allora divenne un grande cristiano. Il racconto di questa conversione è interessante, perché conosce l’intreccio della guarigione fisica e di quella dell’anima. C’è stata in quella grotta una guarigione fisica, come ce ne sono molte – perché i miracoli avvengono – ma in virtù di quella, ce n’è stata una che è ancora più importante: la guarigione dell’anima. In realtà Lourdes è soprattutto questo, perché anche la guarigione fisica è sempre in relazione e in vista della guarigione dell’anima; è sempre il segno di una guarigione ben più importante, che riguarda l’anima.

Abbiamo ascoltato una pagina di Vangelo in cui si racconta di un miracolo compiuto da Gesù: un sordomuto riacquista la capacità di ascoltare e di parlare. Il miracolo di Gesù è un “segno” di un altro grande miracolo: quello della vita del cuore.

Non per nulla la parola «Apriti», che ascoltiamo in questa pagina di Vangelo, è la stessa parola che, durante il rito del Battesimo, viene pronunciata su colui che ha ricevuto il dono della fede e della salvezza. La guarigione del corpo è sempre segno e richiamo della guarigione dell’anima, nei luoghi in cui la Madonna si rende presente e, per il suo tramite, il Signore si rende presente e opera in un modo straordinario.

Lourdes è conversione. Quale conversione?

Durante la celebrazione abbiamo ascoltato una pagina dell’Antico Testamento: Salomone si è allontanato da Dio e ha causato la divisione del regno di suo padre Davide.

Che cosa ha causato lo sgretolamento di quel regno? Il fatto che Salomone si sia allontanato da Dio. Perché ricordiamo questo episodio dell’antico Israele? Perché la conversione alla quale richiama la Madonna a Lourdes, facendosi portavoce del Signore, è soprattutto questa: tornare con il cuore a Dio, ricollocare il Signore al primo posto, rimettere Dio al centro della vita, perché sia Lui il cuore e il centro di tutto. Questa è la conversione che oggi è ricordata anche a noi. Perché tutti ne abbiamo bisogno.

C’è forse tra noi qualcuno che possa dire, con verità: «Il Signore è tutto per me»?

C’è forse qualcuno che possa dire, con verità: «Il Signore è sempre al centro della mia vita»?

Non credo. Ed è per questo che abbiamo bisogno che la Madonna, ancora una volta, pronunci questa parola per noi: conversione.

Alla memoria liturgica della Madonna di Lourdes corrisponde la Giornata Mondiale del Malato. I malati a Lourdes non sono soltanto protagonisti perché aiutati da chi è sano; sono protagonisti anche e soprattutto perché ci portano al cuore della conversione. Loro che mettono Dio al centro, proprio loro che, per esperienza personale, sanno che senza Dio tutto è finito, ci fanno capire con la loro vita, con la loro preghiera, con le loro suppliche, con il loro modo di soffrire, che Dio non può che essere tutto, pena il fallimento e il non senso della vita.

Lourdes è conversione perché la Madonna ci raggiunge con questa parola e ci richiama, attraverso i miracoli del corpo, alla guarigione dell’anima, che si realizza quando Dio torna ad avere il primato nella nostra vita.

Lourdes, pertanto, è conversione anche perché i malati sono parola vivente, che ci richiama al senso autentico della vita, al suo centro che è Dio; al fatto che senza Dio non è possibile vivere. E che solo con Dio la vita conosce davvero la sua pienezza e vale la pena di essere vissuta.

Lasciamo che la parola conversione scenda nel nostro cuore e divenga radice e sorgente di una vita rinnovata, nella centralità di Dio, nel primato di Dio, nel saper mettere Dio sempre al primo posto, vivendo nella Sua luce, nella Sua volontà e alla Sua presenza.

C’è anche una seconda parola che risuona a Lourdes: preghiera.

È la seconda parola che la Madonna ci consegna da parte del Signore.

Non una preghiera qualsiasi ma una particolare: la preghiera del Rosario.

Ce la consegna perché desidera, con il suo cuore materno, che noi ci accostiamo al Signore contemplandolo con i Suoi stessi occhi.

Questo, infatti, è il Rosario: guardare a Gesù con gli occhi di Maria, stare accanto a Gesù col cuore di Maria, entrare in relazione con Gesù come Maria è in relazione con Lui.

La Madonna ci insegna la preghiera del Rosario, perché è esattamente «quella dolce catena che ci lega al Signore» (Beato Bartolo Longo), attraverso di Lei.

Comprendiamo allora che conversione e preghiera sono, certo, due parole distinte, ma che ci conducono alla stessa mèta, che è il Signore. Conversione, attraverso un itinerario che ci conduce a Dio; preghiera, mediante il Rosario, che, tenendo per mano Maria, ci porta proprio al Signore, guardato con i Suoi occhi, amato con il Suo cuore, abbracciato con le Sue braccia.

Chiediamo la grazia, questa sera, di trattenere nel cuore le due parole che il Cielo ci dona: conversione e preghiera. E che queste due parole siano vita per noi, vita quotidiana, perché ogni giorno la nostra esistenza sia un’avventura di conversione, perché ogni giorno siamo fedeli alla preghiera e alla preghiera del Rosario, perché ogni giorno, con l’aiuto di Maria, della Sua presenza e della Sua parola, il Signore sia sempre di più il centro e il cuore di tutto.