Pio Transito di San Luigi Orione.
Tortona. Santuario della Madonna della Guardia
Il Transito di San Luigi Orione. Che cosa ricordano le cronache di questo Transito? Ricordano che nei giorni precedenti sulle labbra di don Orione continuava a risuonare il nome di Gesù. E ricordano che le sue ultimissime parole furono: «Gesù, Gesù, vengo». E quando si era trovato a Sanremo, dove fu quasi costretto a recarsi per la salute ormai molto precaria, disse: «Io non vorrei vivere e morire tra le palme di Sanremo, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo».
Possiamo dire che in queste parole ritroviamo il modo in cui don Orione è passato da questo mondo a Dio. Innamorato di Gesù, con cui ha vissuto tutta la vita, e che finalmente ha incontrato faccia a faccia, in un’eternità felice. Innamorato dell’uomo, soprattutto povero, bisognoso, malato, perché presenza di Gesù in questo mondo, da abbracciare, accogliere, curare, sostenere, aiutare.
Insomma, don Orione ha vissuto per Gesù e con Gesù, sempre. È passato da questo mondo a Dio con Gesù, per Gesù, fino alla fine.
Quando ripercorriamo gli ultimi giorni della vita di don Orione e il suo Transito al cielo, viene spontaneo dire: «Come vorrei che fosse così anche per me! Come vorrei anch’io trascorrere gli ultimi giorni della vita dicendo questo nome, Gesù, senza stancarmi mai! Dicendo come ultime parole: Gesù, Gesù, vengo a te, finalmente, e sentendo nel cuore la gioia per quegli uomini e per quelle donne che sono stati e sono la presenza di Gesù nella mia vita, perché riflesso vero del Suo Volto, soprattutto sofferente, ferito, emaciato, dimenticato».
Oggi, ripensando al Transito di don Orione, a come è avvenuto e all’eredità che ci lascia, in qualche modo possiamo rileggere il vangelo della Samaritana trovandovi un punto di contatto. Perché la vicenda della Samaritana si conclude molto diversamente da come era iniziata. Quella donna, preoccupata per l’acqua, era, infatti, andata al pozzo per dissetarsi, ma afflitta da una vita disordinata – cinque uomini, sei uomini con cui aveva convissuto -, esclusa dal villaggio in cui viveva, in cui cercava di non incontrare nessuno, andando ad attingere acqua nell’ora più calda della giornata. Ora, finalmente, rimane trasformata perché ha incontrato Gesù; per questo la brocca non le interessa più, quegli uomini non le interessano più, ciò che ha vissuto ormai è una pagina superata della vita. Gesù sta al centro del suo cuore, e lei ritrova gli altri che aveva lasciato e abbandonato, perché va loro incontro finalmente per stare con loro, e per parlare a loro di quel Gesù che ha incontrato.
Troviamo dunque un filo conduttore tra ciò che la Samaritana vive al termine dell’incontro col Signore e ciò che don Orione ha vissuto lasciando questa vita terrena. E il filo conduttore è la presenza di Gesù come tutto della vita, gioia della vita, pienezza della vita, senso della vita.
E allora non possiamo fare a meno di porre a noi stessi una domanda, che ci aiuta a vivere questa domenica di Quaresima, che ci aiuta a vivere il percorso del tempo quaresimale: come possiamo anche noi finalmente vivere mettendo Gesù al centro? Come possiamo anche noi finalmente vivere trovando negli altri il Volto del Signore? Come possiamo anche noi sperimentare quella pienezza di vita, quella bellezza di vita, quella gioia di vita che soltanto Gesù è capace di dare? Come possiamo? Perché il grande tema della Quaresima è proprio questo.
Non si tratta, infatti, di fare qualche piccola o grande opera sentendoci più buoni o nel digiuno o nell’elemosina o nella preghiera. Si tratta di qualcosa di molto più grande e di molto più bello. Si tratta di rimettere al centro del cuore Colui che del cuore è tutto. Si tratta di rimettere al cuore della vita Colui che della vita è tutto. Si tratta di ritrovare Colui senza del quale tutto perde colore, tutto perde significato, tutto perde verità, tutto perde splendore.
Questa è la grazia del Tempo quaresimale. Ritrovare Lui e in Lui ritrovare tutto. Nella pace, nella gioia e nella lode.
Ma come? Il racconto dell’incontro di Gesù con la Samaritana ci parla di un pozzo, un pozzo attorno al quale è avvenuto l’incontro. Ed è per questo incontro che la Samaritana ha cambiato vita. È per questo incontro che don Orione ha vissuto con il Signore ed è morto con Lui e per Lui.
Ci domandiamo, pertanto: per me esiste questo pozzo? C’è il pozzo attorno al quale io possa davvero sperimentare l’incontro con il Signore Gesù e, quindi, accoglierlo nel cuore e nella vita, sperimentando la bellezza, la pienezza e la gioia? Ce l’ho questo pozzo? E la risposta è sì.
Per questo vogliamo provare a cercare quei pozzi che abbiamo costantemente a disposizione.
Quando noi celebriamo l’Eucaristia, siamo presso il pozzo della presenza di Gesù nella nostra vita, perché non facciamo qualcosa, incontriamo Qualcuno.
Quando ci mettiamo in ascolto della parola di Dio e del Vangelo, quello è un pozzo presso il quale incontriamo Gesù, perché non facciamo qualcosa, incontriamo Qualcuno che ci parla.
Quando ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione, quello è un pozzo dove non facciamo qualcosa, ma incontriamo Qualcuno che ci ama e che ci perdona, sempre, con misericordia infinita.
Quando preghiamo, quello è un pozzo, dove non facciamo qualcosa ma incontriamo Qualcuno che ci è vicino e che è più intimo a noi di noi stessi, e che ci dà ispirazioni al bene, che ci consola, che ci aiuta, che ci illumina, che ci fa sentire la sua presenza amica.
E quando ci incontriamo con gli altri, sempre, ma soprattutto quando gli altri sono coloro che in tanti modi diversi hanno bisogno, quello è un pozzo, dove incontriamo il Signore, che si fa da noi toccare, che si fa da noi abbracciare, che si fa da noi curare, che si fa da noi consolare, che si fa da noi accompagnare.
Abbiamo, dunque, tanti pozzi a disposizione, dove poter incontrare il Signore e un po’ alla volta crescere nell’accogliere Lui, nel cuore e nella vita, capendo che Lui è il tutto e che tutto ha senso in Lui; e, quindi, come sia bello il vivere, come sia motivo di pace il vivere, come sia motivo di gratitudine il vivere.
In Quaresima fermiamoci presso questi pozzi, che sono i pozzi della vita, sono i pozzi dell’incontro con Gesù, Signore della vita. Sono i pozzi che ci aiutano giorno dopo giorno a cambiarla questa vita, perché da appesantita, disorientata, affaticata, assetata, possa divenire una vita nella quale la Sua presenza, quella di Gesù, porta molto di più di quanto noi possiamo immaginare e sperare.
Oggi al Signore, per intercessione di San Luigi Orione, chiediamo questa grazia: che il tempo quaresimale sia il tempo dei pozzi; che il tempo quaresimale sia il tempo nel quale, presso questi pozzi, incontriamo Gesù; che il tempo quaresimale sia un tempo nel quale finalmente possiamo dire in verità «Io sono tuo, Tu sei mio». E in questo sia la pienezza della vita.
Trascrizione da registrazione audio