“Lo Spirito Santo era su di lui”: sono queste le parole belle con le quali l’evangelista tratteggia la figura di Simeone, pio e giusto. “Lo Spirito Santo era su di lui”. Come è bella questa immagine che ci fa incontrare con un uomo pieno di Spirito Santo! Oggi, nel giorno in cui celebriamo la festa della Presentazione del Signore al tempio e la festa della Vita Consacrata, desideriamo soffermarci un momento proprio su questa splendida figura evangelica, il giusto e pio Simeone. Che cosa accade a quest’uomo, a motivo del fatto che lo Spirito Santo è su di lui, presente nella sua vita, abitante il suo cuore? Che cosa accade? È questo che ci interessa in un modo tutto particolare. Avvicinando il vecchio Simeone, abitato dalla Spirito Santo, possiamo contemplare come in uno specchio la realtà della vita consacrata, di ciò che è, di ciò che è chiamata a essere.
Simeone è un uomo che attende. Lo Spirito Santo ha impresso nel suo cuore un desiderio inestinguibile di Dio; è un assetato di Dio, lo vuole vedere di più, lo vuole conoscere di più, lo vuole incontrare di più. È come se lo Spirito Santo avesse impresso nella sua vita il segno “più”: un più di Dio desiderato, atteso, voluto, un più di Dio. Ciò che lo Spirito Santo ha fatto in Simeone non lo ha forse fatto anche in una vita consacrata? In ogni vita consacrata lo Spirito ha impresso il segno “più” come un desiderio, come un’attesa, come una sete inestinguibile di Dio. Questa è la bellezza della vita consacrata: uomini e donne, che lo Spirito Santo ha reso assetati e affamati di Dio. E che Lo attendono, lo cercano, sempre di più, sempre di più!
Simeone, nella pagina evangelica, ci appare come un uomo che è talmente impregnato della Parola di Dio da riuscire a interpretare le vicende, la storia, i fatti alla luce di questa Parola. Non vi è un altro criterio di giudizio nell’intelligenza e nel cuore di Simeone. Il criterio di giudizio unico è la Parola di Dio, che lo Spirito Santo ha reso così limpida nella sua vita da renderla il criterio di lettura, di interpretazione, di comprensione di tutta quanta la realtà. Questo è la vita consacrata: la realtà di uomini e donne, così impregnati della Parola di Dio, che sanno stare dentro la storia, stare dentro la vita, affrontare i fatti quotidiani, interpretare l’esistenza, sempre e solo nella luce limpida della Parola del Signore. Questo è ciò che fa lo Spirito Santo nel cuore della vita consacrata.
Simeone, ancora, ci appare come un uomo che viene trascinato verso il tempio. Lo Spirito Santo in lui ha fatto questo: lo ha reso l’uomo del tempio, cioè l’uomo della preghiera, l’uomo dell’incontro con il Signore, l’uomo dell’intimità con Lui, l’uomo che non può vivere senza stare a tu per tu con Dio ed entrare in dialogo quotidiano e costante con Lui. Lo Spirito Santo in Simeone ha fatto questo, lo ha reso l’uomo del “cuore a cuore” con Dio. E questo lo Spirito Santo fa in ogni vita consacrata, perché realizza il capolavoro di uomini e donne che avvertono la bellezza di stare nel tempio cioè di incontrarsi con il Signore della loro vita, di intessere un dialogo costante di amore con Colui che è lo sposo della loro vita, di vivere in una familiarità crescente con Colui che il tutto per loro.
Simeone appare anche come l’uomo che, in virtù dello Spirito Santo, sa riconoscere, nella semplicità del quotidiano e, quindi, nel volto di un bambino, la presenza di Dio Salvatore, presente e operante nella storia. Simeone sa riconoscere. È lo Spirito Santo che gli apre gli occhi e lo rende capace di vedere ciò che altri non vedono: in un bambino il Messia atteso, il figlio di Dio salvatore, la salvezza in atto, presente, viva, in mezzo alla storia e alle vicende del mondo. Questo anche fa lo Spirito Santo nella vita consacrata, perché genera uomini e donne dallo sguardo limpido, capaci di andare oltre il visibile e di cogliere la presenza del Signore, la presenza del Salvatore, l’opera della salvezza sempre e dovunque, anche là dove uno sguardo non così limpido è incapace di scorgere, di riconoscere e di vedere. Lo Spirito Santo fa dell’uomo e della donna consacrati un uomo e una donna che riconoscono, con meraviglia e con stupore, che il Signore c’è, che il Signore non si stanca di operare, che il Signore è presente anche lì dove, apparentemente, sembra assente.
Simeone è l’uomo che abbraccia il Salvatore che ha riconosciuto e è che, pertanto, accoglie con amore e vive una vera storia di amore con Colui che è il senso della sua vita. Ogni vita consacrata, in virtù dello Spirito Santo, è proprio questo: la realtà di un uomo e di una donna che non si stancano di abbracciare il Signore, che non si stancano di amarlo, la cui vita ha senso perché è una vita di amore con Colui che è il tutto della vita. Questo opera lo Spirito Santo nella vita consacrata.
Simeone è colui che benedice. Lo Spirito Santo mette in lui la benedizione, la gratitudine e la gioia: perché ha visto e non può non essere nella gioia, ha visto e non può non essere grato, ha visto e non può non essere in esultanza. Questo lo Spirito Santo fa in ogni vita consacrata, perché ogni uomo e ogni donna consacrati vivono la capacità e la necessità di benedire sempre, di ringraziare sempre per ciò che toccano con mano ogni giorno, per ciò che vedono ogni giorno: la presenza del Signore, la salvezza del Signore, l’amore del Signore sempre in atto e sempre fedele.
Simeone è l’uomo della speranza, perché lo Spirito Santo lo fa andare avanti nel corso degli anni con la certezza che andare avanti significa incrociare Colui che sta venendo verso di Lui, il suo Signore. Il procedere degli anni è un procedere verso il compimento della felicità e della gioia, perché coincide con il farsi prossimo di Colui che per tutta la vita egli ha amato e cercato. Simeone è, dunque, l’uomo della grande speranza. La vita consacrata, in virtù dello Spirito Santo, è la realtà di uomini e donne che sperano così, perché non fondano la loro speranza su cose umane quanto piuttosto sulla fedeltà e l’amore del Signore verso il quale sono incamminati e che desiderano incontrare una volta per sempre, abbracciare per un abbraccio di eterna gioia e felicità. Questo fa lo Spirito Santo nell’uomo e nella donna consacrata.
Lo capiamo. Guardare oggi Simeone significa per ogni vita consacrata guardarsi allo specchio e ricordare che cosa è la propria consacrazione religiosa, quale bellezza abbia, che capolavoro dello Spirito Santo sia nella Chiesa e nel mondo. Certamente si rende ben chiaro come siamo poveri, inadeguati rispetto a tanta bellezza. Ma più che il sentimento di inadeguatezza e di povertà, oggi prevale il sentimento della riconoscenza e della lode per un’opera che lo Spirito Santo fa incessantemente in noi, rendendo così straordinariamente bella la vita di consacrazione.
Carissimi consacrati, carissime consacrate, carissime famiglie religiose che siete presenti oggi e che rappresentate l’intera famiglia consacrata della nostra diocesi. È per me una grande gioia avervi qui, pregare con voi, pregare per voi, dimostrarvi, ancora una volta, l’affetto grande e la gratitudine per il dono che siete nella Chiesa e nel mondo.
Mentre vi ringrazio, mentre vi esprimo l’affetto, mentre vi ridico la gratitudine, dallo Spirito Santo invoco due doni particolari per tutti voi: siate, siate, proprio per l’opera che lo Spirito Santo ha fatto e fa in voi, un’anticipazione di gioia e di paradiso là dove vivete. Siatelo! Perché questo è chiamato a essere la vita consacrata: il riflesso, la testimonianza di quale gioia sia essere totalmente di Dio. Siate una testimonianza che tutti possano vedere, che tutti possano toccare, che tutti possano sperimentare. E poi, la vostra vita sia la testimonianza che l’incontro con il Signore e l’essere consegnati a Lui non è una negazione della vostra umanità, ma ne è la più grande affermazione ed esaltazione. Siate uomini e donne pieni di umanità, perché l’incontro con il Signore Gesù rende davvero piena la nostra umanità. Siatene, davvero, testimonianza!
Chiediamo insieme allo Spirito Santo che, ciascuno di voi, ciascuna di voi singolarmente, e tutti insieme nelle vostre comunità, possiate essere in questa nostra Chiesa, in questa nostra terra, il segno vivo, la testimonianza vera che l’accogliere Dio nella vita come il tutto è la vera gioia e che accogliere Dio nella vita come il tutto è la pienezza della nostra umanità. Questa è la preghiera per tutti, per tutte, per ciascuno e per ciascuna di voi.
Trascrizione da registrazione audio