Basilica Santuario della Madonna della Guardia, Lunedì 29 agosto 2022
Vedo sventolare molti ventagli. Deve essere il segno che fa un certo caldo. Questo caldo, però, è a sua volta il segno di un calore che investe il nostro santuario perché la fiamma dello Spirito Santo, che oggi è qui presente, vuole infiammare i nostri cuori di amore per il Signore e per la Madonna. Facciamo in modo, allora, che questo calore, che un poco ci opprime, divenga anche il segno di un calore spirituale: il calore con cui lo Spirito Santo entra nel nostro cuore e nella nostra vita, come ha fatto per Madonna, infiammandoci di amore per il Signore e di amore per Lei.
San Luigi Orione in un suo scritto si esprime così: «Amo la Madonna e canto». Evidentemente queste parole così belle, così sentite, così appassionate scaturivano da un atto di contemplazione che don Orione aveva fatto nei confronti di Maria: l’aveva guardata, l’aveva osservata, i suoi occhi avevano incrociato gli occhi della Madonna, il suo sguardo si era posato sul volto della Madonna, aveva ascoltato la vita, il cuore, l’anima della Madonna. E che cosa ne era scaturito nell’animo di don Orione? «Amo la Madonna e canto».
Ora vi chiedo un attimo di grande attenzione. Abbiamo qui, davanti a noi, questa bellissima immagine della Madonna della Guardia. Entriamo in comunione con il cuore di don Orione e per un istante tutti, insieme, volgiamo lo sguardo alla Madonna, incrociamo i nostri occhi con i suoi. Compiamo questo atto di contemplazione perché con don Orione e come don Orione poi possiamo davvero anche noi dire: «Amo la Madonna. Canto la Madonna».
Per un attimo, tutti alziamo gli occhi verso di Lei (n.d.r.: tutti rimangono qualche istante in silenzi e rivolti con o sguardo alla statua della Madonna della Guardia).
Sono certo che la Madonna è stata contenta di questi occhi che, con amore, si sono rivolti verso di lei. E sono certo che da quei suoi occhi, oggi, riverserà tanti doni, tante grazie sulla vita di ciascuno di noi.
Ora ci chiediamo: don Orione che cosa deve aver visto in Maria per amarla così e cantarla così? E facciamo attenzione: in don Orione il canto non è semplicemente un’esecuzione della voce, ma è anche espressione della sua vita, che porta in sé l’amore per la Madonna, che traduce in atti, in scelte, in opere, in decisioni l’amore per la Madonna. Vogliamo che sia così anche per noi. Questa sera con don Orione guardiamo Maria, la amiamo, e poi cantiamo nel senso di vivere secondo quello che abbiamo visto e amato.
La pagina del vangelo che abbiamo ascoltato ci aiuta a rintracciare quegli elementi per i quali don Orione ha amato tanto la Madonna e la amiamo anche noi.
È la pagina in cui l’evangelista racconta il momento della visita di Maria a Elisabetta. Non potremmo capire, però, questa pagina del vangelo se non tenessimo presente ciò che è appena accaduto prima. L’angelo si è rivolto a Maria e le ha detto: «Lo Spirito Santo scenderà su di te». Quello che ascoltiamo nella pagina del vangelo di oggi, pertanto, è il risultato dell’opera dello Spirito Santo che è sceso sulla Vergine Maria, che è entrato nella sua vita e che ha compiuto le sue meraviglie nel cuore della Madonna. Che cosa, allora, lo Spirito Santo ha operato in Maria, che noi amiamo così tanto?
Maria, nel proprio grembo, porta Gesù, il figlio di Dio; per opera dello Spirito Santo Ella diventa il tempio del Dio vivente, la casa del Signore, la dimora di Gesù Cristo. E noi amiamo la Madonna proprio per questo, perché lei è la madre del Signore e, dunque, il tempio del Signore, la casa che accoglie il Signore, l’abitazione che porta in sé la presenza del Signore vivo. L’amiamo per questo!
E cantare che cosa vuol dire? Vuol dire desiderare di essere anche noi, almeno un po’ – e un po’ di più – casa del Signore con la nostra vita, dimora per Lui con la nostra vita, abitazione che Lo accoglie e che non teme di prenderLo con sé e di portarLo dentro, nel cuore della nostra esistenza quotidiana. Amiamo la Madonna perché il Signore è con lei; e cantiamo il desiderio che anche con noi il Signore sia presente, presente sempre di più, accogliendoLo in modo incondizionato e con amore. È questo il primo motivo per cui amiamo la Madonna e cantiamo.
La Madonna che cosa fa? Si alza e in fretta sale la montagna e si reca dalla cugina Elisabetta. Che cosa porta alla cugina? Anzitutto, porta la presenza del Signore. Noi amiamo la Madonna perché vediamo in lei la fretta e lo slancio del cuore tipico di chi vuole portare subito la presenza di Gesù. Non può tenerla entro di sé. Avverte dentro di sé la necessità di andare a portare quel Gesù che ha riempito la sua vita a chi ne ha bisogno; e tutti ne hanno bisogno.
Amiamo la Madonna perché non può star ferma e perché nel suo cuore sente la chiamata ad andare e a portare Gesù. E allora cantiamo, cantiamo il nostro desiderio di essere almeno un po’ come lei, con questo cuore che desidera che il Signore Gesù che è in noi venga partecipato a tutti, possa essere la gioia di tutti, possa essere la salvezza per tutti, possa essere la luce della vita per tutti, possa essere la pace vera per tutti. Amiamo la Madonna perché porta Gesù e cantiamo il desiderio di esser anche noi – un po’ di più – portatori del Signore là dove viviamo, alle persone che incontriamo, negli ambienti in cui operiamo, sempre e dappertutto.
La Madonna è andata in fretta dalla cugina Elisabetta, anche perché sapeva che quella donna aveva bisogno della sua presenza amorevole, del suo servizio disinteressato, della sua carità. Noi amiamo la Madonna perché vediamo in lei una donna che è tutta amore, una donna che è tutta carità, una donna la cui bellezza consiste nel fatto che lei è una vita-dono, ha una vita che si dona. È bella la Madonna perché è tutta amore e tutta carità.
L’amiamo per questo e allora cantiamo il nostro desiderio che anche la nostra vita sia un po’ di più dono, carità, servizio; che un po’ di più partecipi della bellezza della Madonna che consiste nell’amore che si dà incondizionatamente. Amiamo e cantiamo.
Amiamo la Madonna anche perché, come dice la cugina Elisabetta, è beata per aver creduto, perché la sua fede è così profonda, così cristallina; perché del Signore si è fidata, non ha avuto alcuno dubbio; ha capito subito che quella parola che ha sentito era una parola di amore, quella volontà che è le è stata trasmessa era una volontà di amore sulla sua vita.
Maria non ha dubitato dell’amore di Dio, ha avuto davvero fede. Noi la amiamo per questo. E, mentre la amiamo, cantiamo il nostro desiderio che anche la nostra fede cresca, sia più profonda, sia capace di guardare a Dio senza mai mettere in questione che Dio è amore, che Dio ci vuol bene, che Dio accompagna ogni passo della nostra vita, che Dio è presente in tutto, anche là dove, a volte, ci sembra lontano. No! Lui c’è, ci ama e realizza il suo disegno di provvidenza sulla nostra vita. Amiamo la Madonna per la sua fede e cantiamo il desiderio che la nostra fede cresca ogni giorno di più.
La Madonna, nel momento in cui entra nella casa di Elisabetta e la saluta, porta gioia. La Madonna la amiamo perché è la causa della nostra gioia. Così la salutiamo tante volte nelle litanie che recitiamo in suo onore. Causa della nostra gioia: la Madonna dove va porta gioia perché porta la bellezza della grazia, la bellezza di una vita che non è toccata dal male e dal peccato.
E noi mentre l’amiamo, cantiamo il nostro desiderio che il peccato non ci macchi perché il peccato è la motivazione di ogni nostra tristezza e di ogni nostro pianto. Il male è il motivo vero per cui siamo schiacciati dal dolore, dalla pesantezza, dal tormento, dal turbamento, dalla paura. Amiamo la Madonna perché è causa di gioia in quanto è la tutta bella e piena di grazia; e cantiamo il nostro desiderio di non venire mai a patto con il peccato e con il male, ma di stare sempre dalla parte di Dio, dalla parte della grazia e del bene.
La Madonna, in casa di Elisabetta, canta la sua gratitudine al Signore, canta la sua meraviglia per la bellezza del Signore, canta alla potenza mirabile del Signore; e la amiamo per questo, perché è capace di stare davanti al Signore cantando; perché il Signore è la sua forza, il Signore è la sua gioia, la sua vita e Maria canta.
E cantiamo anche noi il desiderio che il nostro rapporto con il Signore, che il nostro stare davanti a Lui sia caratterizzato dal canto della gioia, dal canto dell’amore, dal canto della gratitudine, dal canto che dice al Signore: «Io sono contento che tu sia il Signore della mia vita; io sono contento che tu sia il Signore che tanto mi ama; io sono contento che tu sia il mio salvatore; io sono contento che tu sia sempre con me e che tu sia la mia gioia».
Guardiamo la Madonna con gli occhi e con il cuore di don Orione. Amiamo la Madonna secondo quelle indicazioni che il vangelo oggi ci ha suggerito. Cantiamo il nostro desiderio di essere almeno un po’ come la Madonna. E non dimentichiamo: chi ha operato queste meraviglie nella vita di Maria per le quali la amiamo? Lo Spirito Santo. Come sarà possibile cantare con la vita, ovvero partecipare in qualche modo di quelle meraviglie che della Madonna amiamo? In virtù dello Spirito Santo, quello Spirito che dà calore alla vita, che ci sta infiammando in questo momento. Sia lo Spirito a produrre in noi quelle meraviglie di grazia per le quali tanto amiamo la Madonna e che desideriamo siano presenti nella nostra vita. Oggi, davvero, allo Spirito Santo lo chiediamo come dono speciale in questa festa splendida della nostra santa Madonna della Guardia.
Trascrizione da registrazione audio