Omelia – Santa Messa della Parola di Dio

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Omelia – Santa Messa della Parola di Dio

Tortona, Cattedrale.

 

Riportiamo alla mente tre immagini che ci è stato dato di vedere e ascoltare nella parola di Dio che oggi è stata proclamata. Nel libro di Neemia si parla, anzitutto, di un sacerdote, Esdra, che apre un libro, quello della legge, della parola di Dio; e comincia a proclamarla. Ecco la prima immagine. La seconda è quella di un popolo che si pone in ascolto attento di quanto il sacerdote sta proclamando. E la terza immagine, invece, la ritroviamo nel Vangelo, laddove Gesù si trova in sinagoga, apre un rotolo, quello del profeta Isaia, e comincia a leggere.

Queste sono le tre immagini: il sacerdote Esdra che proclama la legge, un popolo che ascolta e Gesù che è in sinagoga e legge il testo del profeta.

 

Torniamo alla prima immagine. Si dice che Esdra, il sacerdote, si trovava su una tribuna di legno, rialzata rispetto al luogo dove si trovava riunito il popolo. In quell’immagine, oggi, ci siamo ritrovati anche noi, dal momento che la pagina del Vangelo è stata proclamata da una tribuna in legno, rialzata rispetto al luogo in cui siamo riuniti in assemblea.

Di che cosa ci parla questa immagine? Ci parla della parola di Dio che, dall’alto, scende verso il basso; della parola eterna che si fa comprensibile per noi, si rende piccola, perché noi, che siamo piccoli, possiamo capirla, p amarla, ascoltarla, custodirla nel cuore.

Ecco che cosa significa l’immagine della parola che viene proclamata da un luogo alto e che viene raccolta da noi che siamo più in basso. È l’immagine bellissima di Dio che, Parola eterna, si fa piccolo, si annienta, in qualche modo, perché altrimenti non potremmo comprendere la Parola eterna, non potremmo entrare in relazione con la Parola eterna, non potremmo amare la Parola eterna, non potremmo ascoltarla, custodirla nel cuore. E, invece, questa Parola eterna si fa piccola, piccola, perché possiamo ascoltarla, capirla, amarla, custodirla nel cuore. Come è bello!

Non dimentichiamo, dunque, le parole del libro di Neemia: non dimentichiamo Esdra, che sale su una tribuna alta e comincia a proclamare la legge. Non dimentichiamo la nostra tribuna alta, dalla quale il Vangelo è stato proclamato. Sono bellissime immagini che ci dicono la grandezza di Dio, che per entrare in relazione con noi, per poterci parlare, per farsi capire, per farsi vedere, toccare e amare, si rende piccolo, scende in mezzo a noi.

 

Ieri sera, insieme a don Claudio e a un gruppo dei nostri carissimi ministranti, ho partecipato a una bella serata promossa dall’associazione “Exago”, che si occupa di coloro che sono affetti da autismo. In quel contesto sono state proposte delle canzoni e dei testi del cantautore Franco Battiato; tra le molte, ne è risuonata una molto bella che, in realtà, Battiato ha realizzato insieme a un’altra cantante, Giuni Russo, e che s’intitola La figura. I testi sono ispirati a un grande mistico, san Giovanni della Croce. A un certo punto il testo del canto dice così: “Baciami con la bocca dell’amore”. Vedete, oggi, nella giornata nella quale celebriamo la Domenica della Parola di Dio, questa espressione dovrebbe rimanerci impressa nel cuore, perché la parola di Dio è “il bacio della bocca del Suo amore”, che si stampa sulla nostra vita, che si imprime sul nostro cuore.

Pensate come è bello, quando ci mettiamo in ascolto della parola del Signore, riportare alla mente questa espressione: “il bacio della bocca dell’amore di Dio. “Baciami con la bocca dell’amore”. È il bacio bocca di Dio, il bacio del Suo amore per noi! Non dimentichiamolo!

 

Se questo riusciamo davvero a capirlo e a viverlo, allora possiamo passare alla seconda immagine, quella di un popolo che è radunato in ascolto. Il testo del libro di Neemia sottolinea sei atteggiamenti di questo popolo.

Tende l’orecchio. Perché? Perché è desideroso, curioso di ascoltare la parola che Dio gli rivolge. Poi si alza in piedi, perché è pronto ad accogliere la parola che Dio gli sta rivolgendo. Quindi, dice per due volte, “Amen, Amen”. Perché? Perché vuole viverla quella parola che ha ascoltato; e poi si inginocchia, si prostra a terra, perché capisce che senza quella parola non può vivere, la propria vita dipende tutta da quella parola che Dio gli ha rivolto. E ancora piange. Perché? Piange di commozione, piange di gratitudine, piange di meraviglia perché è quasi incredulo che il Signore possa rivolgere a lui, a un piccolo popolo, la sua parola, la parola eterna. E, infine, è nella gioia, perché ha ascoltato Dio, perché quella parola gli è entrata nel cuore, è la luce della sua vita, è una parola di amore che salva.

Questi sei atteggiamenti – lo capiamo – dovrebbero essere i nostri, ogni qualvolta siamo “baciati dalla bocca dell’amore” che è la parola del Signore per noi. Ma noi tendiamo l’orecchio? Ci alziamo in piedi? Diciamo “Amen, Amen”? Ci prostriamo e ci inginocchiamo? Piangiamo per lo stupore e la meraviglia? Siamo nella gioia?

Consideriamoli, i sei atteggiamenti di quel popolo, e chiediamo la grazia che siano nostri sempre, quando ci mettiamo in ascolto di Dio che parla, che parla a noi e ci bacia “con la bocca dell’amore”.

 

E, ora, possiamo passare alla terza immagine, quella di Gesù, che si trova in sinagoga. Perché? Perché passiamo a questa terza immagine? Perché Gesù è in sinagoga, in mezzo alla sua gente. E la parola di Dio è Lui. È lui la parola del Signore, è Lui la parola vivente! Quando ascoltiamo la Parola, è Lui che ascoltiamo; quando ci incontriamo con la parola di Dio, è Lui che incontriamo; quando rimaniamo desiderosi, attenti, stupiti, meravigliati, commossi, gioiosi a motivo della parola di Dio, è per Lui che avviene tutto questo in noi.

Questa terza immagine ci ricorda che la Parola non è un libro; la Parola è un vivente, la Parola è il Signore Gesù in mezzo a noi. Nell’immagine che il Vangelo ci presenta, si dice che gli occhi di tutti, in sinagoga, erano fissi su di Lui. A questo deve portare l’ascolto della parola di Dio: ad avere gli occhi fissi su di Lui, la Parola eterna, vivente che è venuta ad abitare in mezzo a noi.

 

Sarà importante, oggi, avere una particolare attenzione quando, al momento della consacrazione, potremo fissare gli occhi sull’ostia consacrata, sul calice con il vino consacrato, perché, in quel momento potremo anche noi rivivere, in un modo unico, sorprendente e nuovo, quello che hanno vissuto in sinagoga, gli abitanti di Nazareth. Potremo anche noi fissare gli occhi su di Lui vivo, Parola eterna, fatta carne in mezzo a noi, per la nostra salvezza.

Oggi, dunque, proviamo a vivere così, ripensando che la parola di Dio che scende in mezzo a noi è “il bacio della bocca del Suo amore” per la mia vita. Come quel popolo di cui parla Neemia, anche noi desideriamo vivere in quell’ascolto, che è desiderio, prontezza ad accogliere, volontà di vivere, senso di dipendenza nell’amore, commozione, gioia. E che tutto questo si concentri sulla presenza vera, reale, viva del Signore nell’Eucaristia, fissando anche noi gli occhi su di Lui. Questa possa essere la nostra celebrazione; ma questa possa essere, anche e sempre, la nostra vita, ogni giorno!

Trascrizione da registrazione audio