Omelia – Santa Messa del Te Deum

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Omelia – Santa Messa del Te Deum

Tortona, Cattedrale.

 

Un saluto affettuosissimo a tutti quanti voi nel giorno in cui, ormai, ci troviamo all’interno dell’anno giubilare e alla vigilia di un nuovo anno. Desidero, in particolare, salutare soprattutto don Tarcisio Vieira, superiore dei padri orionini che in questi giorni si trova a Tortona e che questa sera è insieme a noi per pregare, per ringraziare, per affidare al Signore l’anno che ci attende.

Siamo ancora nell’Ottava del Santo Natale e tuti sappiamo che l’Ottava ci è donata dalla Chiesa perché la gioia, la grazia del Natale possano riproporsi per otto giorni. Talmente grande è ciò che celebriamo a Natale, che la Chiesa ci aiuta a farne memoria, a custodirlo nel cuore, a fare in modo che entri, davvero, dentro le pieghe della nostra vita. E se questo vale per la grazia e la gioia del Natale, così è anche per la meraviglia del Natale. Oggi, nell’Ottava del Natale, ancora desideriamo rimanere meravigliati per il grande mistero di Dio fatto bambino.

La liturgia ci aiuta. Se abbiamo fatto attenzione, la prima antifona che ha introdotto il primo salmo è accompagnata da un punto esclamativo: “Meraviglioso scambio!”. È la Chiesa che prega Dio e si meraviglia ancora per questo meraviglioso scambio, a motivo per cui Dio è venuto in mezzo a noi prendendo un’anima e un corpo. Potremmo dire che l’Ottava di Natale, e così anche questa giornata, è caratterizzata dai punti esclamativi. Che questa sera ci sia un punto esclamativo che segna, ancora una volta, la nostra gioia, la nostra meraviglia e il nostro stupore, mentre continuiamo a contemplare in quel Bambino il Verbo fatto carne, Dio fatto uomo, l’eterno diventato tempo per noi, per la nostra salvezza!

 

Questa sera la meraviglia e il punto esclamativo li sentiamo risuonare anche perché abbiamo ascoltato dall’apostolo Paolo queste parole: “Quando venne la pienezza del tempo”. La pienezza del tempo. Questa parola ci parla di qualcosa di bello, di straordinariamente bello, perché c’è stato un tempo in cui il tempo non era pieno, non era compiuto, non era davvero ricco di significato, non era salvato. E, invece, è arrivato il momento nel quale il tempo ha conosciuto la pienezza. “Quando venne la pienezza del tempo”, e questa pienezza che è il senso vero del tempo, la bellezza del tempo, la straordinarietà del tempo e della vita si compie lì, in quel bambino, nel Dio fatto uomo.

 

Anni fa, un giornalista, scrittore, pensatore italiano, Giuseppe Prezzolini, scrisse queste parole a proposito della vita, per come lui la vedeva, la sentiva e la viveva: “La vita è come una tombola, una mano cieca che pesca numeri ciechi, in un sacchetto cieco”. Questa è la vita per chi non ha accolto la pienezza del tempo, perché nulla ha senso, tutto porta a rimanere smarriti. La vita è un disegno incompiuto, una mano cieca che prende numeri ciechi, in un sacchetto cieco. Certo, è la visione di una vita che riguarda un uomo, Prezzolini; ma non è forse vero che questa visione della vita riguarda tanti uomini e donne, tanti nostri fratelli e sorelle? E, forse, caratterizza la cultura di un tempo, qual è il nostro tempo?

Per noi, però, non è così. Perché dal momento in cui abbiamo accolto la pienezza del tempo, quella mano non è più cieca ma è la mano di un Padre che ci custodisce; quei numeri non sono numeri ciechi ma numeri che fanno parte di uno splendido disegno che il Signore ha pensato e pensa per noi; quel sacchetto non è più cieco, ma è il cuore di Dio che batte di amore per noi.

Alcuni, molti, tutti, giocheremo a tombola in questa serata. Che non ci scappi di mente l’immagine della tombola che ci offre Prezzolini. E mentre mettiamo le mani nel sacchetto per raccogliere i numeri, pensiamo che non è vera quella immagine, ma è vera l’altra, quella che, a motivo della pienezza del tempo, ci porta a considerare la vita come una meraviglia, perché laddove il Signore entra la vita diventa una meraviglia. Ed è una meraviglia perché? Perché la pienezza del tempo significa che la nostra vita è con Cristo, in Cristo e per Cristo.

È con Cristo; e allora la vita non è abbandonata a se stessa, perché in Gesù, Dio si fa presenza di amore provvidente che ci guida, istante per istante, tenendola ben stretta nelle sue mani, dandole tutto il significato splendido che la sua provvidenza e il suo amore sanno dare. Non siamo più soli e dispersi in questo mondo senza un perché, ma siamo nella compagnia di un amore infinito ed eterno che è tutto per noi, con noi. Noi siamo in Cristo! Questa è la pienezza del tempo, un tempo nel quale noi viviamo con Gesù, l’amore eterno di Dio che si rende visibile, toccabile da ciascuno di noi.

Siamo in Cristo, perché da lui veniamo e da lui riceviamo la vita. In noi è la vita stessa di Dio, quella vita che debella il male, il peccato, quella vita che aiuta ad affrontare in modo nuovo il dolore, quella vita che sconfigge, una volta per tutte, il dramma della morte e il non senso della fine di una vita terrena. Siamo in Cristo, con la sua vita siamo vincitori di tutto ciò che ci appare nemico della nostra esistenza, ostacolo nella strada per la felicità. È la sua vita in noi. Siamo in Cristo.

E siamo per Cristo, perché la nostra vita ha un significato, perché siamo orientati all’eternità, perché non tutto è racchiuso in queste poche ore, mesi, anni di un pellegrinaggio terreno, perché c’è un’eternità felice, un abbraccio di amore che ci attende, una luce senza fine nella quale saremo introdotti e che per sempre scalderà il nostro cuore.

 

Noi siamo nella pienezza del tempo, perché Gesù è con noi, perché Gesù è in noi, perché Gesù è per noi. Ecco perché la vita è meravigliosa. Forse molti ricorderanno un film della metà degli anni ’40 – La vita è meravigliosa – e la canzone di un nostro grande artista, Domenico Modugno, intitolata “Meraviglioso”. Potremmo riascoltare quella canzone e rivedere quel film nei giorni delle feste natalizie, così da assaporare quella pienezza del tempo che il Signore Gesù ci porta, nella quale siamo introdotti e a motivo del quale possiamo dire che la vita è meravigliosa, che è meraviglioso il fatto che il Signore sia con noi, per noi, in noi.

 

Ritorniamo a quell’immagine triste, drammatica, senza speranza che abbiamo citato di Giuseppe Prezzolini. Il fatto che tanti nostri fratelli e sorelle la facciano propria, a volte senza rendersene conto, ma vivendo in modo tale da far capire che la pensano proprio così, buttando la vita nella violenza, nella guerra, nell’egoismo, nel piacere sfrenato e deludente, nella distrazione senza un perché e senza un come, nel chiasso che lascia il cuore vuoto, in una vita che è senza vera gioia e infelice, non può lasciarci indifferenti Nel momento in cui pensiamo a queste vite, non giudichiamo ma abbiamo compassione, amiamo e coltiviamo nel cuore il desiderio che non ci sia neanche una vita che possa dire “la vita è come una tombola, una mano cieca, che pesca numeri ciechi, in un sacchetto cieco”. No! Non possiamo sopportare che ci siano fratelli e sorelle che pensano e vivono così la vita. No! Per questo, in questa serata e in questa notte, nella quale risuoneranno botti, nei nostri cieli notturni splenderanno i fuochi di artificio, ci si scambierà parole belle di augurio e di amore, chiediamo di essere come dei botti che svegliano chi dorme in un tempo che non è pieno, come dei fuochi di artificio che illuminano delle vite senza colore e senza senso e tristi; come parole vive che accarezzano con amore, che riscaldano il cuore a chi ha il cuore freddo, che ridonano speranza a chi è senza speranza, che ridonano amore a chi è senza amore, che ridonano senso a chi ha perso il senso della vita, che ridona forza e gioia a chi forza e gioia non ce l’ha o non ce l’ha più.

Questo sia il nostro modo di stare tra poco davanti a Gesù Eucaristia. Ci fermeremo in preghiera, nel silenzio dell’adorazione; in questo silenzio dell’adorazione diremo al Signore con il punto esclamativo: «Grazie, perché tu rendi la vita meravigliosa! Grazie perché ci hai dato ancora un anno di meraviglie con la tua presenza di salvezza e di amore! Grazie perché la mia vita, la nostra vita è con te, in te e per te!». Mentre ringrazieremo, però, nella nostra preghiera ci sarà anche spazio per supplicare e intercedere, perché chi nella pienezza del tempo ancora non è entrato vi possa entrare, perché chi nella pienezza del tempo ne è uscito vi possa tornare; perché anche noi, con la nostra vita piena della meraviglia del Signore, possiamo contagiare tutti e portare tutti a quella pienezza del tempo in Cristo Gesù, nostro salvatore che, davvero, è meraviglia, gioia, vita piena.

Sant’Agostino direbbe: «E la mia vita, tutta piena di te, sarà vera vita». Possa essere così, ogni giorno, per noi. Possa essere così, ogni giorno, per tutti.

Trascrizione da registrazione audio